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36.000 euro per una laurea, ma agli studenti non torna nulla

Sono uscite le ultime stime relative al costo degli studi presso l’Università di Bologna: mostrano l’evidenza di un sistema universitario sempre meno accessibile e più esclusivo, stimando una spesa annua di circa 7.237 euro, di almeno 21.711 euro complessivi per un corso di laurea triennale e di oltre 36mila euro se si prosegue il proprio percorso formativo conseguendo anche una laurea magistrale (seguito ormai obbligatorio).

Questo è il costo che l’istruzione pubblica richiede nel nostro paese!

Dalla pandemia ad oggi non è stato preso nessun provvedimento per andare in senso opposto alle politiche che hanno costruito questo modello di Università. Sono stati fatti pochissimi investimenti, soprattutto nella didattica a distanza, all’interno sempre degli stessi parametri: autonomia e competizione fra atenei.

Per questo, alcuni atenei d’eccellenza hanno continuato a chiedere gli alti costi della formazione, investendo in DAD e giustificando così la continua riscossione delle tasse universitarie.

In particolare l’ateneo di Bologna è un esempio in questo senso: le tasse non sono state abbassate, e per contro non è stato fatto nessun provvedimento strutturale di investimento in quei rami che dovevano essere adeguati (con ancora più impellenza) per la crisi pandemica che stiamo vivendo.

Non sono stati aumentati i posti nelle residenze pubbliche, che anzi sono diminuiti per garantire le distanze di sicurezza e i costi delle stanze sono conseguentemente aumentati per i pochi beneficiari di questo servizio. Se già di per sé gli studentati pubblici offrivano meno posti degli studentati privati, producendo centinaia di esclusi ogni anno, ora la situazione sarà sempre peggiore.

Si preferisce, infatti, lasciare la soddisfazione del servizio a studentati privati, magari di lusso come lo Student Hotel: non solo per tagliare suoi costi e pareggiare i bilanci. Ma anche perché l’élite che può permettersi questi prezzi è ciò che veramente interessa ad Unibo.

All’interno della continua esclusione di studenti, che non si possono permettere alti costi delle tasse e che non trovano posto nelle residenze pubbliche dovendosi rivolgere al costoso mercato privato, Unibo finanzia insieme alle grandi imprese private vere e proprie scuole di eccellenza, come la Bologna Business School.

Per loro la didattica in presenza è stata assicurata sin da subito con un padiglione in fiera, mentre un nuovo campus sta per essere costruito di fianco a quello già esistente.

I costi alti che queste ricerche mettono in mostra non sono un caso: sono frutto di un modello di università costruito degli anni, che attraverso gli alti costi, la competizione sfrenata fra atenei di serie A e serie B e la connivenza agli interessi delle grandi imprese, attua una vera e propria esclusione di classe.

Con la DAD, gli atenei più ricchi che si potranno permettere l’avanzamento tecnologico attireranno a sé ancora più iscritti, rubandoli a quelli che saranno costretti a sospendere tutto per impossibilità economica (come è successo a Bari o in altre città).

Serve perciò un drastico cambio di rotta, come chiediamo da sempre:

– Blocco delle tasse

– Aumento delle residenze universitarie pubbliche

– Stop alla didattica a distanza (quando la situazione pandemica verrà affrontata adeguatamente e sarà quindi possibile un ritorno in sicurezza)

– Abolizione dei criteri di merito e aumento delle borse

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