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Studenti suicidi, è ora di mobilitarsi!

Nella notte del 7 ottobre, a Bologna si è suicidato uno studente di 23 anni dell’Università di Bologna perché in ritardo con il corso di laurea.

Da settimane a Bologna, le studentesse e gli studenti sono in mobilitazione per ribaltare questo modello di università – un modello sempre più escludente e invivibile per gli studenti e le studentesse – e rivendicare un’università al servizio degli studenti.

Dopo la giornata di mobilitazione del 6 ottobre, le studentesse e gli studenti erano andati a denunciare l’incoerenza dell’ UNIBO, che ha organizzato il “tour dei luoghi del diritto allo studio” contestando la penuria di aule, il numero chiuso e gli insufficienti strumenti per fare fronte al carovita e rendere più accessibile l’istruzione quali ad esempio gli studentati pubblici.

Gli studenti e le studentesse denunciano l’esasperazione del concetto di eccellenza e di meritocrazia portato avanti nelle linee guida relative alla formazione universitaria dell’Unione Europea che vengono riprodotte a cascata nei poli universitari.

La valorizzazione di questi concetti e la durissima competizione che si avverte, ha come effetto la colpevolizzazione degli individui che non riescono ad accedere all’olimpo degli eccellenti con conseguenze a volte gravissime.

Il suicidio del giovane studente in ritardo con il corso di laurea non rappresenta un caso isolato: esattamente un anno prima, un altro studente aveva deciso la medesima sorte. A luglio 2021 era toccato ad un altro ragazzo a Napoli.

I dati ISTAT parlano di una tendenza oltremodo tragica 500 suicidi l’anno vengono compiuti da under 34 (su un totale di 4000 l’anno in Italia).

C’è dunque una stessa mano dietro a tutti questi morti che ci troviamo a piangere: il disagio giovanile è in crescita nel nostro Paese ed una delle cause è riscontrabile nella c.d. “performance universitaria”. Gli studi, infatti, dimostrano come i suicidi per motivi di studio si verifichino principalmente nella popolazione degli Atenei italiani dove si sviluppano livelli di depressione ed ansia decisamente più alti rispetto che nel resto della popolazione.

Non si può non additare come colpevole di queste morti proprio l’esasperazione della competitività e del concetto di eccellenza già da tempo denunciati dagli studenti e dalle studentesse.

A seguito della notizia morte dello studente, Cambiare Rotta ha organizzato un blitz in Rettorato – che ha fatto trovare le porte chiuse – per ribadire come sotto questo modello d’eccellenza si celi la morte dei compagni e delle compagne di corso, la puzza della miseria a cui sono costretti, la continua pressione degli esami e il ricatto del fuoricorso.

Gli studenti e le studentesse in mobilitazione da settimane rilanciano quindi l’appuntamento per un’assemblea a Bologna, mercoledì 12 ottobre,  alle 17, in piazza Scaravilli: QUESTA ECCELLENZA CI UCCIDE, ORGANIZZIAMOCI

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1 Commento


  • giuseppe

    puo’ capitare che un professore di Analisi Matematica 1 della facoltà di ingegneria Federico 2 dica a mio figlio di rinunciare agli studi in quanto non eccellente nella sua materia. Questo professore ha fatto uno sterminio , ha fatto fuori centinaia di giovani vedi la mia denuncia sul la rivista Atenapoli, venne mobilitato il SINAPSI con un psicologo per capire il grado di deficienza dei giovani che cercavano dispewratamente di superare l’esame. Alla fine molti rinunciarono mentre il professore continua n ella sua missione di sterminatore a caccia delle eccellenze vedi iul caso sono proprio i figliu della borghesia e del capitalismo. Questa è la università dei figli del potere che si riproduce

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