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Bologna. La giunta PD segue la “linea Meloni” e sfodera violenza

Scuole Besta. Il clima di violenza è responsabilità della Giunta Lepore-Clancy che segue la linea di Meloni e Piantedosi. Se il sindaco vuole fare un passo vere deve bloccare lo sgombero forzato, mettere in pausa il cantiere e avviare un nuovo percorso di confronto democratico

Il sindaco apre oggi al dialogo con il Comitato Besta, ma il confronto è impossibile sotto la minaccia continua di sgombero violento.

Quanto è successo stanotte e sta venendo confermato da diversi articoli di giornale è gravissimo.

Il fermo violento ad opera dei carabinieri di un ragazzo vicino al Don Bosco, con taser e spray al peperoncino è un nuovo livello di repressione nella nostra città.

La responsabilità politica è della giunta Lepore-Clancy che da mesi soffia sul fuoco contro la giusta battaglia per il Don Bosco, con minacce e menzogne. Avere sposato la linea del manganello del governo Meloni ha portato al tentativo di sgombero violento di mercoledì, e ai fatti di stasera, ben sintetizzato nei titoli di giornale stamattina: Asse Lepore-Piantedosi.

Le dichiarazioni di Lepore e Clancy sul fatto che i manganelli sono deprecabili o che bisogna fare chiarezza su quanto accaduto stanotte sono le parorole ipocrite di chi ha creato le condizioni per un clima infame per poi nascondere la mano.

È arrivato il momento di fare un passo indietro

Serve che la giunta si assuma le sue responsabilità e faccia un passo per riportare il confronto sul terreno politico, che può avvenire solo sospendendo il cantiere al Don Bosco per riavviare un processo di confronto democratico con il quartiere e tutta la cittadinanza, come richiesto da mesi dal Comitato Besta.

Oggi Bologna è rossa sí, rossa di vergogna.

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1 Commento


  • Vannini Andrea

    Bologna é rossa solo di vergogna perlomeno dal 11 marzo 1977, dall’ assassinio di Francesco Lorusso, fucilato alle spalle dai carabinieri. gli sgomberi, poi, non sono mai mancati. il podestà lepore (forse che non si merita questo titolo?) ha gia’ manifestato la sua organicità alle politiche autoritarie e atlantiste spesso e volentieri. p.e. non consentendo la proiezione del film russo “il testimone” presso il centro sociale “villa paradiso”, con le minacce, non avendo il potere formale di censurare l’ iniziativa.

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