Menu

Bologna. Un’alluvione di cemento al Lazzaretto

Ieri AirBnB con la modifica al PUG, oggi i palazzinari col piano per un “eco quartiere” al Lazzaretto., spacciandolo come intervento sopra un’ex cava, come se nel tempo non fosse diventata una zona verde. Negli ultimi giorni di campagna elettorale il PD rassicura i suoi veri referenti: chi vive di rendita immobiliare e l’industria del cemento!

Lepore rispolvera il “piano per l’abitare”, che era rimasto sepolto nei cassetti nell’ultimo anno, spacciandola per un grande piano di edilizia pubblica. In realtà il pubblico in quel piano conta per qualche decina di appartamenti in 10 anni, mentre la parte del leone la fa l’edilizia privata a cui pure si prova a chiedere il favore di fare un po’ di edilizia sociale. Lo si è visto a Bologna e in tante altre città italiane, semplicemente ai privati non interessa l’edilizia sociale e alla fine resta solo il privato a prezzi di mercato, libero di fare profitti stellare mentre i nostri salari restano fermi al palo.

Riccardo Rinaldi, candidato con la lista Emilia-Romagna per la Pace, l’Ambiente e il Lavoro, dichiara: “Lepore aveva iniziato la campagna elettorale promettendo la revisione della legge urbanistica regionale che ha permesso il continuo consumo di suolo. Avevamo sfidato a dichiarare pubblicamente come avrebbero voluto cambiarla, il silenzio è stato totale e ora arriva l’annuncio di un nuovo “eco quartiere”, come se a Bologna ci fosse bisogno di costruire nuove case invece di riportare all’uso abitativo quella fetta di città che viene divorata ogni giorno dagli affitti turistici brevi.

Il cemento rimane cemento, il tentativo di dipingerlo di verde non lo cambia, organizziamo la resistenza popolare e respingiamo anche nelle urne il greenwashing  di Lepore e De Pascale“.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *