Per decenni ci hanno raccontato che la classe operaia non esiste più, ma quando gli operai alzano la testa i padroni si spaventano ancora.
Questa mattina oltre 200 corrieri della filiera Sda di Roma hanno spento i furgoni e lasciato a terra migliaia di pacchi per protestare contro la procedura di licenziamento aperta nei confronti di 17 colleghi delle filiali di Pomezia e Fiumicino, motivata dal Consorzio Oasi da alcune scelte commerciali del Gruppo Poste.
Negli ultimi tempi infatti molte spedizioni sono sparite dal circuito Sda e ricomparse nella piattaforma Milkman, anch’essa del gruppo Poste italiane, in cui le condizioni contrattuali dei drivers sono più basse di quelle dei colleghi Sda e quindi il costo del lavoro inferiore.
Lo stesso gruppo recentemente ha acquisito anche il corriere Nexive, creando una concorrenza interna che vorrebbe aumentare i profitti scaricando i costi dei lavoratori storici e più garantiti.
Ma i lavoratori non ci stanno, da anni i drivers Sda di Roma e Lazio hanno iniziato un percorso di lotta e rivendicazione che ha portato USB a diventare il primo sindacato tra i corrieri dell’azienda controllata da Poste.
La protesta è scattata dopo la rottura del tavolo tra le organizzazioni sindacali e la committente Sda, sorda alle richieste dei lavoratori ed ha visto la protesta spontanea di 200 corrieri sotto il palazzo di Poste Italiane all’Eur. USB chiede l’annullamento delle procedure di licenziamento e garanzie per il futuro occupazionale.
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