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Roma. Sul corteo da largo Bompiani a Porta San Paolo contro guerra, riarmo e genocidio

Nell’80° anniversario della liberazione dal nazifascismo e dalla guerra abbiamo onorato la memoria delle partigiane e dei partigiani arrivando in corteo da largo Bompiani a Porta San Paolo insieme a migliaia di compagne e compagni che hanno scelto di non abbandonare il luogo simbolo della Resistenza romana.

Nel nostro 25 aprile abbiamo ribadito tutta la nostra contrarietà al piano ReArm Europe e di riconversione bellica promosso dall’Unione europea e al genocidio in atto in Palestina, sostenuti dalla complicità del governo Meloni.

Temi annacquati o del tutto nascosti da chi ha scelto volontariamente di rinunciare alla presenza mattutina a Porta San Paolo, e con essa ai valori consegnati alla storia dall’esempio partigiano, e per questo inevitabilmente contestato nel momento della deviazione verso il “rifugio” di Parco Schuster.

Quei valori e quell’esempio oggi crediamo rappresentino una chiamata alla lotta contro la guerra per riconquistare diritti, casa e dignità per i lavoratori e le classi popolari, organizzandosi nelle scuole, nelle università, nei posti di lavoro e nei territori martoriati dallo sfruttamento del capitalismo.

Ubriachi di antifascismo, ben lontani dalla sobrietà che il governo vorrebbe imporre a suon di repressione e decreti sicurezza, continueremo a organizzarci, a produrre inquietudine tra i “normalizzatori” del conflitto sociale e ad attraversare quelle strade che hanno sconfitto il nazifascismo.

Quelle migliaia di compagne e compagni crediamo rappresentino la Roma migliore, popolare, anticapitalista e irriducibilmente antagonista verso tutte le compatibilità tanto ricercate nel campo largo.

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