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Genova. Occupato il liceo Fermi a Sampierdarena: “No alla scuola-azienda”

Gli studenti e le studentesse alle prime ore della mattina hanno occupato il liceo scientifico Enrico Fermi di Genova Sampierdarena. La scelta è avvenuta durante un’assemblea straordinaria.

La scelta, maturata durante un’assemblea straordinaria indetta dagli studenti, è stata rivendicata tra gli altri dai ragazzi e dalle ragazze dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa (OSA).

Si tratta della prima occupazione nel capoluogo ligure dall’inizio dell’anno scolastico e di una delle prime in Italia dopo quella del liceo Severo Correnti, ieri, a Milano.

Al centro delle ragioni degli studenti ci sono il fallimento del modello scolastico- formativo, ma anche tematiche più ampie, come le scelte urbanistiche del Comune per Sampierdarena e Valpolcevera, il genocidio in corso a Gaza per mano di Israele e l’intervento bellico del nostro Paese nel Mar Rosso.

Di seguito, la nota degli studenti del Fermi:

Questa mattina noi, studenti del Liceo E. Fermi di Genova, abbiamo deciso di occupare il nostro Istituto.

La scelta è avvenuta a seguito di un’assemblea straordinaria i cui prodotti sono chiari: no al modello di scuola-azienda, stop alle politiche urbanistiche unicamente atte all’ottimizzazione della produttività, a discapito del benessere della comunità e dell’individuo, stop all’invio di armamenti e alla partecipazione dell’Italia negli scenari bellici mondiali, a favore di un maggiore stanziamento di fondi pubblici nell’istruzione e nella sanità.

È ormai evidente il totale disinteresse del sistema burocratico-scolastico, sempre più conformato al modello di scuola-azienda, lontano e non curante delle reali necessità degli studenti come individui e comunità: necessità di spazi di socialità, di momenti atti allo sviluppo dell’identità critica e momenti di responsabilizzazione. Ed è a ciò che attribuiamo le cause dei problemi che abbiamo vissuto e viviamo come studenti del Fermi.

All’assenza degli spazi si aggiunge l’osteggiamento alle realtà studentesche che tentano di sopperire alle carenze di questo modello di scuola, come quanto avvenuto qui al Fermi quando, attraverso mezzucci, ci è stato impedito di presentare il progetto dell’autogestione. Modello di scuola che, non solo reprime il corpo studentesco, ma degrada le condizioni di lavoro del docente, sia economicamente che nell’ambiente scolastico.

Inoltre riteniamo che lo scopo di questo modello sia quello di creare lavoratori prima di studenti, impartire concetti piuttosto che istruire al pensiero critico e al confronto. Simbolo di questa visione della scuola è lo strumento del PCTO, inutile se non per formare gli studenti al lavoro precario e non pagato.

Per non parlare dei rischi a cui sottopone gli studenti, come Lorenzo Parelli, nostro coetaneo, morto sotto una trave di metallo, mentre svolgeva il PCTO in un’azienda, il cui anniversario della tragedia ricadeva solo qualche settimana fa.

Senza contare lo stato di degrado e di abbandono delle infrastrutture scolastiche, che ad oggi rappresentano non solo un ostacolo al nostro benessere ma anche un pericolo per la nostra incolumità.

Ma non solo la scuola versa in simili condizioni. Anche i territori di Sampierdarena e della Val Polcevera non sono da meglio.

Difatti, a causa dell’esplicito progetto della giunta comunale, che vuole rendere il centro città una vetrina per turisti e la periferia asservita ai bisogni logistici e di mercato, trascurando quelli che sono i bisogni dei cittadini, noi studenti della periferia viviamo ogni giorno situazioni di disagio causato da inquinamento, mancanza di spazi d’aggregazione e mancanza di servizi come il trasporto pubblico e la pubblica sanità, ormai sempre più carente.

Tutto questo perché, invece di investire sulla scuola o sulla sanità pubblica, questo governo (in continuità con tutti quelli passati) preferisce investire fondi in armamenti da spedire negli scenari bellici di tutto il mondo, tra cui il Medio Oriente, sostenendo il genocidio che da più di settant’anni Israele sta compiendo nei confronti del popolo palestinese.

Come studenti e esseri umani non possiamo non solidarizzare con il popolo palestinese, vittima degli interessi imperialistici dell’occidente e delle politiche d’Israele, da sempre ostacolo all’autodeterminazione dei popoli arabi e avamposto NATO in medio oriente, in cui l’Unione Europea e gli Stati Uniti non hanno mai esitato a sostenere un regime di apartheid violatore dei più basilari diritti umani.

Infine in queste settimane abbiamo assistito all’ingresso in guerra dell’Italia a tutti gli effetti, a seguito della dichiarazione del ministro degli esteri, Antonio Tajani, in cui esprimeva pieno accordo all’azione militare dell’esercito italiano, coordinato con altri eserciti di paesi europei, nel quadrante del Mar Rosso.

Ogni aspetto finora citato rappresenta un ostacolo al nostro futuro, per il quale questa mattina abbiamo deciso di occupare la nostra scuola, in nome del quale rivendichiamo:

  • spazi d’aggregazione, di confronto e di dibattito studentesco, dentro e fuori dalla scuola;
  • l’abolizione dello strumento del PCTO, sinonimo di sfruttamento e utile solo per il profitto delle aziende private, esponendo nostri coetanei alla mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro (com’è successo con Lorenzo, Giuliano e Giuseppe;
  • lo STOP alla partecipazione dell’esercito italiano negli scenari bellici mondiali e lo STOP ai fondi destinati agli armamenti, in favore di scuola e sanità;
  • l’investimento di fondi pubblici sui servizi al cittadino, e sul territorio. La costruzione di spazi d’aggregazione gratuiti per noi studenti, e la costruzione di spazi verdi nel territorio ponentino.

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1 Commento


  • Walter Gaggero

    Fermi una storia di lotte e occupazioni che si perde nel tempo,nel 72 vi fu la prima sassaiola contro una carica della polizia, il GOS, GRUPPO DI ORGANIZZAZIONE STUDENTESCA, COMPOSTO DA PO, LC, ANARCHICI, ECC, decise di añlegerire dall’esterno l’assedio del Fermi.

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