L’Unione Sindacale di Base della Lombardia ha scritto a sindaco e prefetto di Milano per segnalare la pericolosità della situazione all’ASP Golgi-Redaelli, l’ente che insieme al Trivulzio offre ricovero a circa tremila anziani. L’obiettivo di USB è evitare che l’epidemia abbia effetti dirompenti e tragici dentro le RSA, vista la fragilità della popolazione in età geriatrica.
Dall’inizio della pandemia l’azienda è in difficoltà nel fornire ai dipendenti i dispositivi di protezione individuali necessari per assicurare un’assistenza sicura. Difficoltà attribuibile anche alle scelte della Regione Lombardia, che sta facendo arrivare DPI con il contagocce e, come riferiscono i lavoratori, da cinque giorni ha interrotto la fornitura di mascherine.
Questo sta producendo i primi tragici effetti, sia in termini di contagio che di insicurezza degli operatori, soprattutto dopo la morte di una lavoratrice, avvenuta venerdì 27 marzo per le conseguenze da contagio Covid19.
La situazione è resa ancora più difficile da una esitante gestione aziendale in relazione ai protocolli di sicurezza per la tutela di ospiti e lavoratori, che il Golgi-Redaelli non ha mai discusso con le organizzazioni sindacali con le quali ha di fatto interrotto i rapporti formali dall’inizio dell’emergenza, rendendo ancora più difficile l’abbattimento dei rischi per i lavoratori.
Da dieci giorni l’USB sta pressando l’azienda con richieste di confronto, persino mettendo a disposizione la piattaforma per le videoconferenze, per richiedere DPI sicuri ed efficaci per i lavoratori, protocolli di sicurezza per ridurre al minimo i rischi di contagio e un piano di assunzioni straordinario, immediatamente realizzabile attingendo alla graduatoria concorsuale attiva.
Una richiesta, quest’ultima, che arriva quasi contemporaneamente alla notizia che il TAR ha bocciato l’appalto per l’esternalizzazione di ben sette reparti, ritenendo l’importo del bando troppo basso.
Un appalto fatto in fretta e furia dal nuovo direttore generale, dopo che l’USB ha denunciato per anni la somministrazione illecita di manodopera realizzata in modo incontrollato col precedente appalto, rivelatosi “non genuino”.
Il timore è che in tutte le RSA che accolgono anziani ci siano enormi difficoltà e che le istituzioni si stiano occupando di più della gravissima situazione degli ospedali. Ma sottovalutare i rischi nelle strutture per anziani – soprattutto a Milano dove ne esistono tante, tra le più grandi del paese – rischia di essere un errore che produrrà terribili conseguenze sul piano sociale e sanitario. Un ennesimo segnale della fragilità del sistema sociosanitario regionale più privatizzato d’Italia. Da qui la scelta di coinvolgere anche il sindaco Giuseppe Sala e il prefetto Renato Saccone.
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