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Villaggio olimpico: il privato chiama, il pubblico risponde regalando 40 milioni

È lo sport preferito degli (im)prenditori italiani: realizzano, con ogni favore possibile, operazioni che hanno un ritorno scarsissimo o nullo per la comunità e, se sforano il budget, ecco che arriva il pubblico in loro soccorso con i soldi dei cittadini.

È notizia di questi giorni che i costi in eccesso per la realizzazione del villaggio olimpico, ovvero 40 milioni di euro, verranno coperti dalle casse del pubblico, nello specifico le rassicurazioni in tal senso sono arrivate da governo, regione e comune di Milano.

Ma, sia mai che la gente pensi che gli imprenditori italiani siano animati esclusivamente dal desiderio di arricchire se stessi e la propria cricca, arrivano le rassicurazioni delle istituzioni in occasione della cerimonia di ingresso nell’anno olimpico, in particolare di Sala e Fontana, sempre uniti e concordi dalla stessa parte della barricata.

Milioni di soldi pubblici per una grande opera inutile, mentre Sala ci avverte candidamente che dall’anno prossimo taglierà i servizi pubblici in città.

Si aggiunge anche Salvini che ci dice che, dopo le olimpiadi, il villaggio olimpico diventerà uno studentato, una struttura dove saranno presenti anche alloggi a prezzo calmierato, per rendere Milano accessibile anche agli studenti meno abbienti.

Peccato che gli alloggi a prezzo “calmierato“, che comunque costeranno circa 680 euro al mese, non proprio briciole, saranno solo una minoranza degli alloggi disponibili, per l’esattezza solo il 30% del totale. Il resto? Avranno un costo che varierà tra i 740 e i 1000 euro al mese.

Insomma, è sempre la solita storia del modello Milano: imprenditori che edificano per generare opere di speculazione edilizia che servono ad attirare i ceti abbienti e cacciare chi non se lo può permettere dalla zona. Ricordiamo le operazioni immobiliari che, sempre in quella zona, interessano il quartiere Santa Giulia, il tutto mentre le case popolari continuano a marcire e sono migliaia in lista d’attesa. (A fronte di migliaia di appartamenti vuoti).

Inoltre, tutto ciò avviene nel contesto del tentativo di approvazione del disegno di legge “Salva Milano“, una manovra fatta apposta per condonare la speculazione edilizia milanese e che rischia, dato il carattere nazionale della legge, di legalizzare la speculazione in tutta Italia.

Noi a questo modello di città data in pasto ai privati ci opponiamo e ne proponiamo uno diverso: serve un tetto ai costi degli affitti, servono più case popolari e servizi migliori, servono stipendi degni di questo nome, serve una città che sia al servizio di chi la vive, non degli speculatori!

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