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Appendino come Fassino, complici della speculazione

Il Sindaco di Torino, Chiara Appendino, è stata condannata ieri in primo grado a sei mesi di reclusione per falso ideologico in atto pubblico: il Comune non avrebbe inserito nel bilancio 2017 i 5 milioni di euro versati come caparra dalla società Ream (partecipata della fondazione CRT), che durante l’amministrazione Fassino si era interessata alla riqualificazione dell’ex area Westinghouse, progetto poi assegnato al gruppo Esselunga.

Conteggiando solo il credito, ma non il rispettivo debito, l’operazione consentiva di garantire l’equilibrio del bilancio 2016. Condannati inoltre a 8 mesi di carcere Paolo Giordana, ex capo di gabinetto, e a sei mesi l’assessore al Bilancio Sergio Rolando.

Nonostante l’autosospensione dal Movimento 5 Stelle ventilata da Appendino – che comunque non le impedirebbe di mantenersi alla guida del Comune fino alla scadenza del mandato nel giugno 2021 – siamo di fronte all’ennesima circostanza nella quale la tanto sbandierata diversità dei 5 Stelle, fondata sull’onestà come presunta panacea di tutti i mali della politica, si conferma del tutto inconsistente.

Come del resto abbiamo avuto ampiamente modo di apprezzare in questi anni, nei quali la Appendino e i 5 Stelle non hanno fatto nulla per rappresentare concretamente le istanze delle classi popolari di cui avevano intercettato il malcontento e il voto.

Le classi popolari torinesi hanno bisogno di una visione di rottura nei confronti di tutto un modo di gestire la città, che accomuna i 5 stelle alle giunte guidate dal Partito Democratico, e che è fondato sul tentativo di trasformare gradualmente la città in un’opportunità di investimento per imprese e privati, dal campo dei grandi eventi a quello del welfare (lasciando campo aperto alle fondazioni bancarie, e garantendo ai privati lucrose opportunità tramite il partenariato con il pubblico come nel caso del Parco della Salute).

Le classi popolari non hanno nulla da guadagnare da questa prospettiva, e necessitano di una alternativa reale tutta da costruire, che rimetta al centro l’interesse collettivo, il settore pubblico e la redistribuzione della ricchezza!

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1 Commento


  • pierluigi

    Esito scontato;articolo v,pareggio di bilancio,esito del referendumla Costituzione non esiste più,il propugnatore dell’ultimo referendum paga politicamente le contraddizioni che crea come fassino,il problema che chi paga sono e comunque sempre le mase popolari

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