“Acquisite approfondite e complete informazioni, non autorizziamo l’incontro organizzato dall’Associazione Progetto Palestina in programma lunedì 25 novembre presso il Campus Einaudi con Miriam Abu Daqqa, dirigente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. UniTo auspica che l’impegno di tutte e tutti sia rivolto alla comprensione della delicatezza del momento e che unitamente si lavori per il rispetto della pluralità delle posizioni su temi tanto complessi come quello delle relazioni tra Palestina e Israele”.
Con questa nota, pregna di ipocrisia fino all’inverosimile, le autorità dell’università di Torino hanno vietato la conferenza su femminismo e donne palestinese che prevedeva la partecipazione di Miriam Abu Daqqa, esponente dell’Unione delle Donne Palestinesi a Gaza e militante conosciuta a livello internazionale.
Contro la conferenza da giorni era iniziato il cannoneggiamento dei partiti e della stampa di destra e filo-israeliana alla quale si era poi aggiunto un “peso massimo”: il ministro Crosetto.
Forse quest’ultimo era ancora iracondo per la contestazione avvenuta alcuni giorni alla Leonardo di Torino mentre anche lui era presente nello stabilimento dell’industria militare.
“L’università degli studi di Torino – ha dichiarato Crosetto – non può consentire che vengano concessi spazi a realtà terroristiche e che vengano promossi eventi che riportano nella locandina frasi come “L’intifada verso la vittoria”. Chiediamo al Rettore di intervenire immediatamente e sospenda subito questo evento di chiara matrice terroristica ed antisemita per non esporre gli studenti al fondamentalismo islamico”.
Che Intifada fino alla vittoria sia una frase minacciosa e che una donna laica e marxista come Abu Daqqa esponga qualcuno “al fondamentalismo islamico” dimostra sia la malafede che l’ignoranza degli esponenti del governo e delle autorità accademica che ne assecondano i diktat.
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