Si su chelu fit in terra, si l’aian serradu puru
Nei giorni scorsi la società riminese “Immobiliare Champoluc Srl”, già proprietaria di diversi ettari di terra all’Argentiera, ha fatto chiudere con dei grandi massi l’accesso al mare che da Porto Palmas porta alla Frana, da quel momento consentito solo a piedi.
“Ripristino recinzione e viabilità interna, lavori per un importo di 3.000,00 €, data inizio lavori 13/06/2022, data fine lavori…” questo recita il cartello presente sul luogo con il numero di autorizzazione del Suap di Sassari.
Ci sono pochi commenti da fare nel leggere la motivazione e l’utilizzo dei massi per chiudere. E al di là dell’atto di prepotenza c’è da sottolineare la pericolosità per l’incolumità pubblica, visto che bloccherebbero l’intervento dell’ambulanza o dei mezzi dei vigili del fuoco, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili.
Ma tutto ciò non solo è pericoloso, è anche un segno della maniera di presentarsi in un territorio che è nel mirino delle multinazionali del mattone.
Purtroppo noi sardi conosciamo già, da tempo, gli effetti di tanta prepotenza ed arroganza. Molti, troppi, sono convinti che la Sardegna sia terra di conquista e luogo per soddisfare i propri interessi economici e speculativi a prescindere da ciò che prevede la legge.
Tutta la Sardegna è sotto attacco di multinazionali ed affaristi di tutto il mondo su tanti versanti, con un’aggressione massiccia alle nostre coste ed al nostro paesaggio che rende ogni giorno più difficile una fruizione in simbiosi con la natura e le sue bellezze senza l’intermediazione di cemento e stabilimenti ovunque, come se fosse ineluttabile antropizzare e costruire qualunque angolo.
Quello che sta avvenendo all’Argentiera, Porto Palmas e la Frana è la ripetizione di cose già viste o in progetto in altre situazioni, vedi Punta Giglio, Porto Ferro, Coscia di Donna, Capo Falcone e l’elenco potrebbe continuare. Oggi chiudono gli ingressi al mare anche per i mezzi di soccorso alle persone e all’ambiente, con la stessa arroganza e prepotenza delle “chiudende” convinti che la legge del denaro (ovviamente per pochi) sia sempre la più forte.
Liberu ritiene che occorra dare da subito una risposta decisa a questi signori ed a questa idea di “sviluppo”, con la presenza più ampia di tutti coloro, associazioni, movimenti e semplici cittadini che credono indispensabile ed inderogabile difendere la nostra terra da qualsiasi atto di prepotenza e aggressione.
Pertanto invitiamo tutti ad un presidio di denuncia a Porto Palmas, davanti all’ingresso chiuso dalla Champoluc, per sabato 2 luglio alle ore 11.
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