0rganizzata dalla Federazione Armatori Siciliani si è svolta, presso il Comune di Catania, Sala Coppola, sul tema “Pesca Ambiente Futuro”, un”assemblea a cui hanno partecipato pescatori, rappresentanti di associazioni di categoria. Invitati e presenti anche rappresentanti della Federazione del Sociale USB Catania e della Flai Cgil.
L’assemblea è stata aperta con l’intervento di Mario Di Mauro, presidente dell’Istituto Terra e Liberazione, a cui ha fatto seguito quello di Fabio Micalizzi, presidente della FAS e dell’Associazione dei Pescatori, che hanno relazionato sulle audizione che la FAS ha avuto al Senato e all’Assemblea Regionale Siciliana per discutere il DDL PESCA.
Successivamente gli interventi di alcuni pescatori hanno evidenziato lo stato di abbandono in cui versa il comparto pesca a Catania e in tutta la Sicilia. “Le normative dell’EU – dice Salvatore – hanno mortificato il nostro comparto. Quello che va bene nel nord Europa e’ illegale nel nostro mare”. “E poi – aggiunge Antonio – c’è anche chi ci criminalizza, dicendo che noi pescatori Siciliani non rispettiamo i parametri decisi da Bruxelles. In parte è vero , ci spingiamo spesso oltre i limiti imposti. Se non lo facessimo, cosa dovremmo pescare? È facile per Spagna, Francia e Germania rispettare i limiti. Loro hanno l’oceano, noi no!”.
Giuseppe: “Succede anche che noi lavoratori della pesca non abbiamo la copertura INAIL. Se ci facciamo male, e capita, siamo in balia di noi stessi!”. “In questi giorni – interviene il combattivo Micalizzi – si sta discutendo il DDL sulla Pesca. Chiediamo a tutte le parti interessate, al governo e ai sindacati di fare il massimo sforzo per ridare dignità e speranza a questo comparto”. “I sindacati – aggiungere Giovanni – dovrebbero ascoltare di più noi pescatori e dovrebbero informarci su quello che discutono con il governo. Spesso lo apprendiamo a cose fatte e dai giornali”.
A questo punto, è stato chiamato ad intervenire Orazio Vasta, miltante della Federazione del Sociale USB Catania: “Non sono un pescatore, ma, come Federazione del Sociale USB Catania, da mesi abbiamo attenzionato il comparto jonico della pesca. È un comparto massacrato dalle politiche imposte dall’UE e dalle politiche nazionali e regionali. Non esiste un Piano Regionale sulla pesca, eppure siamo la più grande isola del Mediterraneo!… Le comunità marinare, come quella di Acitrezza, sono state ridotte a deposito di barche, spesso in disuso. I pescatori sono pressoché scomparsi e i locali mercati ittici trasformati in banconi per il pesce congelato che arriva dagli oceani”.
“Adesso – continua Vasta – c’è in discussione il DDL Pesca. Ma chi rappresenta i lavoratori della pesca? Come diceva il pescatore che mi ha preceduto , il sindacato non ascolta i lavoratori. Quale sindacato? Il sindacato giallo CGIL CISL UIL, e aggiungo l’ UGL, e’ da tempo che non ascolta i pescatori. È da tempo che non fa gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori di tutte le categorie. È da tempo che banchetta con i nemici degli sfruttati… Voi pescatori non dovete sperare in un miracolo da parte di questo sindacato capitolazionista. Non c’è nulla da sperare. C’è da lottare! C’è da organizzare la lotta di classe in tutti i porti. Nel fronte del porto non ci può essere spazio per chi vi ha svenduto i pescatori all’UE, ai governi amici e nemici…”.
All’intervento di Vasta ha fatto seguito quello dell’architetto Erasmo Vecchio, che ha proposto ai pescatori di “dare vita a cooperative e consorzi per poter vendere a chilometro zero il proprio pescato”.
Ad assemblea quasi conclusa è intervenuto l’assessore comunale al mare, leghista, che è stato contestato all’inizio del suo intervento dai compagni della Federazione del Sociale USB.
E la Flai CGIL? In aula c’erano due sindacaliste. Ma, sappiamo che non sono intervenute in seguito all’intervento dell’USB.
“Hanno reputato di essere state offese”, commenta qualcuno. ” O non sapevano come ribattere?”, sottolinea Luciano Bruno della Federazione del Sociale USB.
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