Quello che è successo ieri all’interno del Consiglio Comunale di Terni è l’apice dei comportamenti violenti e inadeguati a cui ci ha abituati il sindaco Bandecchi.
In un Italia che nei primi quindici giorni del nuovo anno ha perso 5 donne per femminicidi, sentire un uomo che rappresenta le Istituzioni parlare di donne e di violenza di genere in quei termini richiede che tutte le forze politiche, la cittadinanza, le associazioni denuncino a gran voce l’accaduto.
Purtroppo, siamo sempre di più abituati a sminuire certe frasi pensando che siano solo “goliardate”, “modi di dire”, “cose che pensano tutti”.
Il seme della violenza quella che porta alla violenza fisica e poi alla morte di molte donne invece, nasce proprio qui. In una cultura, quella dello stupro, in cui la donna sia nel parlato che nel modo di essere concepita dall’Altro viene vista solo come un oggetto ed il suo corpo suddiviso in parti che stimolano l’appetito del maschio predatore che non può far altro che “provarci”.
È un retroterra culturale in cui l’idea che si abbraccia è proprio questa: l’uomo predatore e la donna preda sessuale. Sotto questa forma di linguaggio passa la piena oggettivizzazione del femminile in una visione misogina e patriarcale. Una visione che fa sentire le donne costantemente “sotto tiro”, attraverso commenti ascrivibili alla violenza psicologica, all’atto intimidatorio.
Donna che una volta preda di questi uomini non sarà mai libera ma assoggettata a comportamenti violenti, alla denigrazione, all’essere derisa.
Non sono “uomini normali” questi, quelli così apostrofati dal nostro primo cittadino. Ed è nostro dovere pretendere che questa non sia la normalità delle relazioni, dei rapporti e soprattutto è dovere pretendere che non sia normale che un sindaco parli in questo modo.
Proviamo profondo imbarazzo per le donne che siedono dalla sua parte perché non si sono minimamente rese conto che chi le rappresenta e chi appoggiano manca di rispetto in primis a loro e poi a tutte le altre.
Lo abbiamo detto altre volte, il sindaco deve ricordarsi che rappresenta lo Stato e nell’esercizio delle sue funzioni diventa un esempio per molti cittadini e cittadine.
Le parole rappresentano il mondo e la visione che allo stesso vogliamo dare. Le parole plasmano la realtà, cambiano la realtà. La violenza verbale fa male tanto quanto un cazzotto.
Speriamo che non sia vero che “tutti gli italiani maschi lo hanno capito” ma come Potere al Popolo auspichiamo che tutti gli uomini militanti condannino duramente queste parole, e tutti insieme chiediamo a gran voce che le dimissioni del Sindaco e della sua giunta.
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Pasquale
Uomo predone. Uomo merdone.