Il Parlamento argentino ha approvato la legge che abbassa dai 18 ai 16 anni l’età minima per poter votare. La misura avrà effetto già a partire dalle elezioni di metà mandato in programma il prossimo anno.
La riforma è stata fortemente voluta dalla presidente Cristina Fernandez de Kirchner, che ha a lungo corteggiato il voto dei giovani, mentre i critici di centrodestra ritengono si tratti di una mossa tesa unicamente ad aumentare le chance di vittoria elettorale del partito del presidente. Durante la tumultuosa seduta parlamentare i rappresentanti dell’opposizione hanno abbandonato l’aula per non votare il testo. A scatenare le polemiche in aula è stato in particolare Andres Larroque, leader del gruppo peronista La Campora che ha attaccato duramente il centrodestra, accusandolo di essere “sottomessa agli interessi delle corporazioni”.
In virtù della nuova legge oltre un milione di giovani tra i 16 e i 17 anni potranno recarsi alle urne per la prima volta tra pochi mesi.
Infatti se in Argentina il voto è obbligatorio per gli elettori di età compresa tra i 18 e i 70 anni, per i neo elettori tra i 16 e i 18 anni la riforma prevede la facoltà di astenersi.
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