Ci sono anche 63.000 sudafricani nell’1% più ricco della popolazione mondiale. È uno dei risultati contenuti in uno studio realizzato dal Credit Suisse Research Insititute, dipartimento dell’omonima banca.
Il rapporto mette in luce la crescita media dei redditi individuali dei sudafricani, da 20.000 a 23.000 dollari annui tra il 2013 e il 2014. Ancora più significativo il dato che riguarda le famiglie: dal 2000 al 2007 – l’anno precedente la grande crisi economica mondiale – la loro ricchezza media è passata da 8400 a 25.800 dollari nel 2014.
I dati dell’istituto di credito, però, mettono in luce anche la forte disparità nella distribuzione dei redditi: il 10% della popolazione controlla il 71% delle ricchezze. Si tratta per lo più (cioè nel 73% dei casi) di patrimoni composti da investimenti finanziari.
Inoltre, secondo i dati diffusi dalla rivista specializzata Forbes – che ogni anno pubblica la lista dei più ricchi businessmen del mondo – due sudafricani sono nella ‘top 500’ del 2014: al 173° posto c’è Johann Rupert, amministratore delegato di Richemont – holding che controlla marchi come Cartier e Montblanc. La sua fortuna è valutata in 7,6 miliardi di dollari. Con 6,7 miliardi è invece 205° il magnate dei diamanti Nicky Oppenheimer. Rupert e Oppenheimer sono inoltre il secondo e il terzo uomo più ricchi del continente africano, dietro solo al nigeriano Aliko Dangote.
Di segno opposto un’altra notizia. Il governo sudafricano ha speso oltre 109 miliardi di rand (7,7 miliardi di euro) solo lo scorso anno per pagare pensioni e altri tipi di sussidi sociali. Il dato è contenuto nella relazione che il ministro dello Sviluppo sociale Bathabile Dlamini ha inviato al parlamento in risposta a un’interrogazione.
Il totale dei beneficiari è di quasi 16 milioni, su una popolazione stimata di circa 53 milioni. La Sassa (sigla dell’agenzia di sicurezza sociale del Sudafrica) fornisce pensioni di anzianità, di invalidità e di guerra, sostegni al reddito, sussidi per persone non autosufficienti, per minori in affidamento e per i figli. Proprio quest’ultima categoria è la più diffusa: riguarda circa 11.125.000 persone, cioè pressappoco il 70% del totale dei beneficiari e secondo gli ultimi dati è costata allo Stato 39,6 miliardi di rand, oltre 2,8 miliardi di euro. La spesa più onerosa, tuttavia, ha riguardato le pensioni di anzianità: 44,1 miliardi di rand, oltre 3,1 di euro.
Il numero di beneficiari di sussidi, inoltre, è in crescita: tra il 2013 e giugno 2014 è passato da 15.932.000 a 16.242.000 circa. Numeri record rispetto a quelli – anch’essi ricordati dal ministro del 1998, quattro anni dopo l’introduzione della democrazia: allora i beneficiari erano circa 2 milioni e mezzo.
Segno che il governo sudafricano investe nel sostegno ad anziani e meno abbienti, ma anche che il numero di persone che hanno bisogno di assistenza è in continua crescita…
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