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Stesso orario per i prof., ma meno distacchi sindacali

Un altro esempio illuminante di come questo governo punti esplicitamente a seminare la “guerra tra poveri”, ovvero tra lavoratori dipendenti. In questo caso, infatti, il “salvataggio” delle 18 ore di lezione frontale dei professori delle medie inferiori e superiori (portandole a 24 ci sarebbero indubbiamente stati “risparmi” sanguinosi) viene presentato come possibile solo perché quelle cifre verranno recuparate a scapito di altri lavoratori pubblici.

La commissione Bilancio della Camera ha approvato l’emendamento che annulla l’aumento dell’orario scolastico degli insegnanti. La proposta, presentata dal governo, prevede che le risorse (182 milioni) saranno reperite attraverso vari fondi, alcuni bandi e da un taglio delle risorse destinate ai “distacchi” e comandi del personale del ministero e degli enti.

L’emendamento raggiunge comunque le risorse programmate dal taglio della spending review per il ministero dell’Istruzione: 1,8 milioni dal taglio dei distacchi sindacali e dei comandi dei docenti del personale scolastico al ministero e ad altri enti; 6 milioni dalla dismissione immobile di piazzale Kennedy, a Roma, utilizzato come sede del ministero dell’Università prima dell’accorpamento con quello dell’Istruzione; 20 milioni dai tagli per i bandi dei fondi First e Trin; 30 milioni di tagli sul progetto Smart City nel centro nord; 47,5 milioni dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa «senza pregiudicare l’offerta» (uno dei tanti “miracoli” possibili quando si parla, e impossibili quando si agisce); e ulteriori maggiori risorse da un fondo alimentato nel passato dagli accantonamenti di risorse raccolte con vecchi tagli.

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