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Bilbao/Barcellona: i fascisti celebrano il ‘giorno della razza’. Scontri e arresti

Ieri in Spagna il governo e la casa reale hanno celebrato in pompa magna quello che da alcuni anni è stato ribattezzato ‘el dia de la hispanidad’; la festa della comunità internazionale formata da tutti popoli che condividono una lingua e una cultura ispanica. “Comunità” che di fatto coincide con i paesi e i popoli invasi e occupati negli ultimi secoli dall’impero spagnolo e che avrebbero probabilmente preferito celebrare le proprie di lingua e cultura piuttosto che quella dei colonizzatori. Anche nella nuova versione recentemente ‘civilizzata’ gli spagnoli festeggiano quello che ancora per molti è “il giorno della razza” nella data della cosiddetta scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo e delle sue caravelle. D’altronde da quelle parti Colombo è considerato spagnolo e la ‘scoperta’ – cioè la colonizzazione – viene considerata l’inizio di un grandioso periodo che ha visto la Spagna al centro di un vasto Impero che andava dal Sud America alle Filippine.

Appena hanno potuto, solo alcuni anni fa, alcuni popoli sudamericani hanno smesso di festeggiare la festa dei loro invasori ed hanno cominciato – è il caso del Venezuela Bolivariano – a celebrare il giorno della resistenza indigena. Con sommo dispiacere dei nazionalisti spagnoli che ora però cominciano a vedersi sfuggire di mano anche Catalogna e Paesi Baschi, la cui popolazione si considera in gran parte oggetto dello stesso destino toccato ai legittimi abitanti del continente americano.

E così da decenni, mentre a Madrid il Re Juan Carlos di Borbone passa in rassegna le truppe e pronuncia discorsi commemorativi sul ‘ruolo civilizzatore’ della Spagna nel mondo, nelle città basche e catalane scuole, uffici e negozi rimangono aperti. Un boicottaggio aperto e dichiarato di una festa nazionale che permetterebbe a lavoratori e studenti di prendersi qualche giorno di riposo e di godere magari del primo ponte dopo la fine delle vacanze estive.

Quest’anno il conflitto sulla memoria è andato oltre il consueto livello simbolico ed ha assunto tratti concreti vista la decisione da parte di un vasto arcipelago di gruppi e partiti nazionalisti spagnoli o apertamente fascisti di celebrare ‘el dia de la hispanidad’ a Barcellona e Bilbao con ‘grandi manifestazioni’. 

12ottbarna1La più grande si è tenuta nel capoluogo catalano: qui circa 20 mila tra nostalgici di Franco e attivisti di alcuni partiti e gruppi teoricamente liberali si sono raccolti in Placa de Catalunya per gridare che “la Catalogna è Spagna”, lanciando strali contro chi vuole dividere la patria. Una manifestazione che se voleva rispondere all’ondata indipendentista che ha invaso Barcellona lo scorso 11 settembre con un milione e mezzo di persone va considerato un evidente flop. Visto anche che i partecipanti non provenivano solo dalla regione di Barcellona, ma per stessa ammissione dei promotori anche da Madfrid, da Valencia, dai Paesi Baschi e dall’Aragona.

Fianco a fianco si sono ritrovati naziskin con le bandiere delle SS tedesche, militanti di partiti franchisti che esponevano croci celtiche e bandiere spagnole con l’aquila imperiale e più miti famiglie che hanno risposto ai liberali del ‘Movimento Civico di Spagna e Catalogna” che per non sembrare troppo nazionalista ha portato in piazza le bandiere spagnole ma anche quelle dell’Unione Europea e addirittura qualche Senyera catalana.

12ottbarna2Bene in vista parecchi rappresentanti della sezione locale del Partito Popolare, dei liberali di Ciutadans e della UPyD che si sono fatti fotografare con sullo sfondo uno striscione in inglese che recitava “Europa aiutaci, i nazionalisti sono matti”.

Mentre in Placa de Catalunya si faceva il saluto romano e si cantava l’inno franchista ‘Cara al sol’ – il che non sembra aver infastidito affatto i ‘liberali’ presenti – nella vicina Placa Universitat alcune centinaia di attivisti dei partiti indipendentisti catalani di sinistra partecipavano ad una contromanifestazione all’insegna dello slogan “12 ottobre niente da festeggiare. La hispanidad è genocidio”. Controllati a vista da altrettanti effettivi dei Mossos d’Esquadra in tenuta antisommossa i contestatori al grido di ‘Barcellona è antifascista’ hanno cercato di rompere l’accerchiamento e di avvicinarsi a Placa de Catalunya ma inutilmente. Ad un certo punto alcuni manifestanti antifascisti sono venuti a contatto con alcuni nazionalisti spagnoli e ne è nato un breve parapiglia, che ha fornito però il pretesto agli agenti per caricare. Varie persone hanno ricevuto l’attenzione dei Mossos. Un manifestante è stato selvaggiamente picchiato e a causa delle ferite riportate è stato condotto in ospedale dagli stessi Mossos che lo avevano arrestato: gli sono stati applicati 9 punti di sutura in testa.

Contemporaneamente un esponente della sinistra catalana è stato arrestato e altri 30 attivisti fermati all’interno di un centro sociale a Badalona, città industriale dell’hinterland di Barcellona, anche qui in relazione a degli scontri con l’estrema destra.

12ottbilbaoSe a Barcellona la giornata è stata movimentata a Bilbao è andata anche peggio. Nella principale città basca vari gruppi di estrema destra e neofascisti provenienti da tutto lo Stato hanno tenuto una manifestazione anche qui in nome ‘dell’unità della patria’ e contro i separatisti.
Nei giorni scorsi una capillare rete antifascista che riunisce gruppi della sinistra indipendentista e collettivi autonomi e anarchici aveva fatto appello a impedire la manifestazione, occupando i giardini di Albia. Ma a difendere i franchisti i contestatori hanno trovato un impressionante dispositivo di polizia in assetto antisommossa che ha ripetutamente caricato gli antifascisti che nel frattempo avevano eretto barricate per difendere il proprio presidio.
Alla fine della giornata la polizia autonoma basca, la Ertzaintza, ha arrestato 14 antifascisti e un estremista di destra. Inoltre 50 appartenenti alla ‘Falange’, al ‘Nodo Patriottico Spagnolo’ e a ‘Vecchia Scuola’ sono stati denunciati – ma a piede libero – per possesso di armi proibite, resistenza e disordini. Nonostante la tolleranza dell’Ertzaintza infatti quando gli agenti hanno impeditopallottoladigomma ai fascisti di scendere dagli autobus che li avevano portati a Bilbao questi hanno scaricato sugli agenti il contenuto di alcuni estintori. Poi durante la perquisizione dei pullman sono state sequestrate 26 mazze da baseball e vari tirapugni.
Ma incredibilmente ai 150 estremisti di destra è stato permesso di manifestare liberamente al grido di ‘Prigionieri baschi nelle camere a gas’, e mentre questi sventolavano le bandiere franchiste e facevano il saluto romano gli agenti si sono incaricati di difenderli dalla contestazione di alcune centinaia di antifascisti che bersagliavano il raduno con pietre e razzi in quella che si è trasformata in una sorta di battaglia campale durata a lungo nelle vie commerciali di Bilbao. 
Contro i manifestanti l’Ertzaintza ha fatto di nuovo uso di quelle pallottole di gomma che nell’aprile scorso uccisero il giovane bilbaino Inigo Cabacas.

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