“Il programma (di aiuti internazionali, ndr) è applicato dal Portogallo in maniera eccellente, si tratta di un grande risultato”. E’ quanto ha detto, non nascondendo la propria soddisfazione accanto a Pedro Passos Coelho, la cancelliera Angela Merkel in visita ieri a Lisbona. Come dire che la cura ha funzionato benissimo, ma il paziente è morto. Perché in cambio dei cosiddetti “aiuti internazionali” milioni di lavoratori, pensionati e giovani portoghesi hanno dovuto dare letteralmente il sangue in nome di un’austerità che ha spostare miliardi di euro da stipendi, pensioni e stato sociale verso il pagamento del debito e la ricapitalizzazione delle banche. Le condizioni sociali ed economiche della popolazione portoghese sono regredite in pochi anni di parecchi decenni.
E questo spiega perché l’accoglienza nei confronti di ‘Frankenstein Merkel’ ieri a Lisbona non sia stata propriamente amichevole. Il quotidiano finanziario “Diario Economico” ha pubblicato una pesante invettiva contro la premier di Berlino, accusata di aver ridotto il Portogallo ad un ‘Frankenstein economico”. Contro di lei numerosi intellettuali e artisti hanno firmato una lettera-denuncia. “Voglio dire alla signora Merkel: smettila di importunare gli Stati europei che hanno enormi problemi economici – dice ai media l’attrice São José Lapa – È un’usurpazione della sovranità nazionale. Ti comporti come la proprietaria, il Portogallo non è tuo”. “Non viene per valutare le politiche di rigore, ma per vendere il Portogallo – sosteneva invece Marco Marques, del coordinamento ‘Que se lixe a Troika’ (Che si fotta la troika) – È venuta con un gruppo di uomini d’affari per approfittare della miseria”.
Le foto che la ritraevano con i baffetti alla Hitler campeggiavano sui muri della città ed erano il leit motiv anche della protesta che ieri si è sviluppata in vari luoghi della città.
Domani si replica, in grande. Nell’ambito della giornata di lotta sindacale internazionale che si terrà contemporaneamente in numerosi paesi europei, il sindacato comunista Cgtp ha indetto uno sciopero generale di 24 ore. Il Cgtp è il sindacato maggioritario nel paese, e quindi la protesta avrà conseguenze rilevanti non solo nel settore pubblico – ospedali, uffici, scuole, poste e trasporti saranno di fatto paralizzati – ma anche in quello privato. Il sindacato socialista Ugt ha scelto dopo settimane di polemiche interne di non aderire allo sciopero generale, ma ben 23 federazioni territoriali o di settore dell’Uniao Geral dos Trabalhadores hanno deciso di scioperare in polemica con la scelta, non condivisa, del segretario João Proença.
Alla giornata di lotta un contributo determinante lo daranno i coordinamenti di studenti, precari e disoccupati che a settembre hanno dato vita alla piattaforma ‘Que se lixe a troika’, che hanno già dato indicazione di generalizzare a livello sociale e territoriale lo sciopero tentando di coinvolgere quei settori sociali che per scelta o semplicemente per impossibilità non sono sindacalizzati.
Le manifestazioni più imponenti si svolgeranno a Lisbona e Porto, ma nel paese in totale sono previsti ben 39 cortei.
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