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Dopo 68 giorni stop a sciopero della fame dei prigionieri curdi

Dopo 68 giorni di sciopero della fame, più di 700 prigionieri politici curdi rinchiusi in decine di carceri turche hanno messo fine alla loro protesta, accogliendo l’appello del capo del Pkk, Abdullah Ocalan. Lo ha reso Deniz Kaya, un portavoce dei detenuti del Pkk. Era stato il fratello di Ocalan, Mehmet, a trasmettere un messaggio del leader dopo averlo incontrato nel carcere di Imrali in cui è rinchiuso, in isolamento completo, su un’isola nel mar di Marmara, a sud di Istanbul. ”Il movimento degli scioperi della fame é molto significativo. Tale azione ha raggiunto il suo obiettivo. Voglio che interrompano le loro azioni immediatamente e senza esitazioni” si legge nel documento trasmesso da Ocalan.
Attraverso una forma di protesta estrema che ha portato molti di loro sull’orlo della morte, i prigionieri chiedevano la fine del regime di isolamento per Ocalan e altre concessioni a favore del popolo curdo e degli stessi detenuti politici.  Richieste in parte accolte, almeno formalmente, come il diritto all’uso della lingua curda nei tribunali per il quale è stata presentata martedì una proposta di legge dalla maggioranza di governo che sostiene il premier Recep Erdogan. 
Che però non ha fatto nessuna concessione sulle condizioni di carcerazione del leader del popolo curdo. Il quotidiano turco Milliyet riferisce che i legali della societa’ Asrin Hukuk Burosu hanno chiesto una nuova volta di poter vedere il loro assistito venerdi’ scorso. Ma per la 132ma volta e’ stato risposto loro che l’accesso all’isola di Imrali non era possibile perche’, scrive il giornale, il ”battello era rotto”.

Per molti attivisti in sciopero, quindi, le aperture di Ankara non erano sufficienti, ma Andullah Ocalan ha voluto ugualmente la sospensione dello sciopero della fame per evitare vittime tra i prigionieri. In particolare le condizioni di 64 detenuti erano molto gravi, in quanto a causa dell’astensione completa dal cibo hanno sviluppato la sindrome di Wernicke Korsakoff, che provoca gravi difficoltà di coordinamento e perdite di memoria.
Appena reso noto il documento di Ocalan, la co-presidente del Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) Gültan Kışanak, i deputati Sabahat Tuncel, Sırrı Süreyya Önder e la co-presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Aysel Tuğluk si sono recati urgentemente presso alcune carceri di Diyarbakır per trasmettere l’appello. Kışanak ha annunciato quindi che 447 detenuti all’interno del carcere di tipo D di Diyarbakır hanno cessato lo sciopero della fame durante le prime ore della mattinata e che anche i detenuti all’interno del carcere di tipo E lo faranno entro oggi. I detenuti che hanno messo fine alla loro protesta stanno ricevendo cure in carcere mentre coloro che necessitano di ulteriori trattamenti medici sono stati trasportati all’ospedale regionale.
 
Nei giorni scorsi 8 deputati curdi, fra cui la pasionaria Leyla Zana, parlamentare più volte incarcerata dal regime turco, si erano uniti al digiuno, mentre due giorni fa anche il noto cantante curdo Sivan Perver aveva iniziato lo sciopero della fame. 

Intanto nei territori curdi del sud-est della Turchia continuano aspri i combattimenti tra la guerriglia del PKK e l’esercito di Ankara. L’emittente turca Ntv ha riferito che oggi cinque militari di Ankara sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco con i guerriglieri curdi.

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