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Israele: “uccisi 108 terroristi”. Ma i morti sono bambini e civili

“Dall’inizio dell’offensiva aerea nella Striscia di Gaza sono stati uccisi 108 terroristi”. E’ quanto ha incredibilmente dichiarato oggi l’esercito israeliano. Secondo il quotidiano israeliano Jerusalem Post, dopo otto giorni di “conflitto” (conflitto?) si contano 135 palestinesi e cinque israeliani uccisi. Sempre l’esercito di Tel Aviv ha fatto sapere che la scorsa notte la sua aviazione ha colpito circa 100 “obiettivi terroristici”, tra cui un centro di intelligence situato in un edificio di Gaza dove si trovano anche uffici di mezzi di informazione stranieri. Ieri sera alcuni missili sono infatti piovuti su un edificio che ospitava i giornalisti della France Presse e altri media internazionali.

Questa la versione di Israele, secondo cui i palestinesi sono dopo tutto tutti terroristi. Anche i bambini? Dei 135 morti palestinesi, infatti, almeno 30 sono neonati, bambini o adolescenti, colpiti dalle bombe all’interno di palazzi rasi al suolo o sventrati. Del resto Gaza è uno dei territori a più alta densità abitativa di tutto il pianeta. E se anche l’esercito di Israele mirasse ai ‘terroristi’ – e non lo fa, perché il suo obiettivo dichiarato è ridurre la Striscia a un territorio inabitabile, distruggendo le infrastrutture e costringendo gli abitando all’esodo – non potrebbe evitare di colpire uomini, donne e bambini. Il numero di minorenni è infatti altissimo anche tra i feriti: ben 310 su 1100.
Ma la propaganda di guerra israeliana ha pensato anche a questo: le foto di bambini massacrati a Gaza sono false – scrivono gli analisti israeliani e i loro epigoni dei media filosionisti – costruite a tavolino con photoshop…

Se una buona percentuale delle vittime di Israele sono bambini gli altri sono, per lo più, civili, poveri cristi. Il numero di guerriglieri e miliziani uccisi è estremamente ridotto. “La maggior parte delle vittime causate dai bombardamenti israeliani dall’inizio delle operazioni sono donne, vecchi e bambini. Abbiamo i nomi e i cognomi. Stileremo una lista e porteremo i responsabili di questo massacro davanti alla giustizia internazionale” denuncia Madhet Abbas, direttore generale dell’ospedale al Shifa di Gaza, interpellato dall’agenzia Misna. “Stiamo lavorando in condizioni disperate con i generatori di elettricità per garantire corrente giorno e notte alle terapie intensive e alle sale operatorie. Cerchiamo di salvare quante più vite possiamo. Ma ci manca tutto: non abbiamo anestetici, antidolorifici, cateteri, guanti, l’eparina, e i materiali di sutura. Scarseggia persino la garza per le bende” racconta ancora il medico, sottolineando che già prima dell’inizio dell’offensiva la situazione a Gaza non era facile a causa del blocco quasi completo imposto da Israele a quasi due milioni di persone. 

 

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