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La Palestina all’Onu. Domani si vota

Dovrebbero essere dodici i voti favorevoli tra gli Stati membri della UE all’iniziativa del presidente dell’ANP Mahmoud Abbas, che si presenterà domani al Palazzo di Vetro a New York: tra loro Spagna, Portogallo, Malta, Cipro, Danimarca, Svizzera, Irlanda, Norvegia. L’Italia resta, come al solito, in bilico: insieme alla Germania, probabilmente Roma si asterrà.

Stamattina è arrivato il sì del governo spagnolo: il ministro degli Esteri, Jose Manuel Garcia Margallo, ha definito la richiesta palestinese all’Onu la migliore via per raggiungere la pace.

Sicuro il voto favorevole della Danimarca. Oggi il ministro degli Esteri Villy Soevndal si è detto “felice di annunciare che Copenaghen voterà sì. Quello palestinese è un testo moderato che sottolinea la necessità del negoziato e della soluzione a due Stati, così da assicurare ai palestinesi una propria nazione”.

Un sì anche dalla Francia, uno dei cinque Stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ieri Laurent Fabius, ministro degli Esteri del governo Hollande, ha annunciato il voto favorevole di Parigi: “Voteremo con coerenza e chiarezza. Sappiamo che per anni la posizione della Francia è stata quella di sostegno alla creazione di uno Stato di Palestina”. Posizione bipartisan: anche l’ex premier Sarkozy, lo scorso anno, votò a favore dell’ingresso della Palestina nell’UNESCO.

Alla vigilia del voto a New York, a dare sostegno all’iniziativa di Abbas, anche Svizzera e Norvegia. Il Consiglio Federale Svizzero ha annunciato il sì “per ridare vita alla soluzione a due Stati e rinnovare i negoziati di pace”.

L’Irlanda voterà sì: il vice primo ministro di Dublino, Eamon Gilmore, lo ha definito il primo passo verso il riconoscimento pieno della Palestina come 194esimo Stato membro delle Nazioni Unite.

Minacciosa la Gran Bretagna, che parla di “apertura condizionata”: il rappresentante britannico voterà a favore della Palestina solo se Ramallah rispetterà due condizioni. Secondo il quotidiano inglese The Guardian, Londra e Washington hanno chiesto al presidente Abbas di firmare una lettera privata nella quale l’ANP si impegna a non trascinare Israele di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia e a riprendere subito e senza precondizioni i negoziati con Tel Aviv.

La Palestina ha bisogno della maggioranza assoluta in Assemblea Generale per ottenere la poltrona fino ad oggi occupata dall’OLP. Un risultato che, dopo l’ingresso come Stato membro nell’UNESCO, non è affatto improbabile. Nena News

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