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L’Onu dice sì alla Palestina

L’Europa si è divisa, l’Itali a votato a favore, la Germania si è astenuta: 14 si, 12 astenuti e un no. Ecco uno specchietto del voto europeo: SI: Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Spagna, Svezia. ASTENUTI: Bulgaria, Estonia, Germania, Gran Bretagna, Ungheria, Lettonia, Lituania, Olanda, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia. NO: solo la Repubblica Ceca.
Il sì italiano – dopo che era sembrata scontata l’astensione – è stato motivato con la necessità di sostenere «l’approccio costruttivo del presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen sulla ripresa senza condizione dei negoziati»: così l’ambasciatore Cesare Maria Ragaglini, rappresentante permanente al Palazzo di Vetro, intervenendo davanti all’Assemblea Generale.
I nove no alla risoluzione dell’Onu non hanno riservato sorprese. Hanno votato contro Stati Uniti, Israele, Panama, Palau, Canada, Isole Marshall, Narau, Repubblica Ceca e Micronesia.
Il presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas, ha parlato di fronte ai 193 Stati membri delle Nazioni Unite per chiedere il riconoscimento della Palestina come Stato non membro osservatore permanente: “Chiediamo all’Onu di rilasciarci il certificato di nascita, come fece 65 anni fa con Israele”.
Mentre il premier israeliano Netanyahu minaccia: “Lo Stato di Palestina passa obbligatoriamente per il riconoscimento da parte palestinese di Israele come Stato ebraico”.
Come si è arrivati al voto, nella diretta da Nena News.

ORE 23.57
I nove Stati che hanno votato no alla risoluzione per il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore: Israele, Canada, Stati Uniti, Micronesia, Repubblica Ceca, Isole Marshall, Nauru, Palau e Panama.

ORE 23.52
L’ambasciatore italiano all’Onu: “La pace può essere raggiunta con la soluzione a due Stati, con il riconoscimento di uno Stato palestinese indipendente, attuabile, inviolabile e con continuità territoriale. I negoziati sono la via credibile alla pace. L’Italia ha votato sì alla richiesta. Il voto di oggi non mette in discussione il processo di pace e fa pressione per continuare con il processo di pace e la road map”.

ORE 23.25
L’ambasciatore della Germania sta parlando all’Assemblea Generale: “Deve essere chiaro a tutti: uno Stato palestinese può essere raggiunto solo attraverso negoziati con Israele. Siamo dubbiosi che la risoluzione di oggi possa avere conseguenze positive, perché si tratta di un’iniziativa unilaterale. Chiediamo ad entrambe le parti di tornare al tavolo dei negoziati”.

ORE 23.22
L’ambasciatore della Gran Bretagna sta parlando all’Assemblea Generale: “Negoziati credibili sono l’unica via verso la pace. Per questo avevamo chiesto alla leadership palestinese di tornare immediatamente al tavolo del negoziato e di non agire presso le agenzie e le istituzioni dell’Onu. In assenza di tali garanzie, non abbiamo votato la risoluzione di oggi che danneggia il processo di pace. Solo i negoziati possono dare alla Palestina l’indipendenza che merita e a Israele la sicurezza”.

ORE 23.17
L’ambasciatore francese sta spiegando la ragione del sì della Francia: “Il premier Hollande si è impegnato nel sostenere la richiesta di sovranità palestinese. Non potevamo perdere questa occasione, dopo le violenze della scorsa settimana a Gaza. Le ripercussioni potrebbero essere dure, ma la Francia sosterrà la ripresa dei negoziati e chiede alla comunità internazionale di assumersi la responsabilità di lavorare alla pace”.

ORE 23.13
Rice: “La soluzione a due Stati non può essere realizzata all’Assemblea Generale, nulla cambia sul terreno. Questa risoluzione non crea uno Stato palestinese, ma è ostacolo al processo di pace. E non risolve la questione della sicurezza. Si tratta di una scorciatoia che non preserva la sicurezza di Israele né garantisce la sovranità palestinese”.

ORE 23.07
L’ambasciatrice Usa all’Onu, Susan Rice, sta parlando all’Assemblea: “Abbiamo per anni lavorato alla soluzione a due Stati, che vivano in pace e sicurezza. Questo resta il nostro obiettivo. Aiuteremo Palestina e Israele a tornare al tavolo dei negoziati. Oggi purtroppo una risoluzione improduttiva è ostacolo alla pace, per questo gli Stati Uniti hanno votato contro. L’unica via per creare uno Stato palestinese è attraverso il lavoro duro dei negoziati”.

ORE 23.04
138 SI, 9 NO, 41 ASTENUTI: La Palestina è Stato non membro osservatore permanente alle Nazioni Unite.

ORE 23.02
L’Assemblea Generale dell’Onu sta votando la risoluzione palestinese.

ORE 22.55
L’ambasciatore turco alle Nazioni Unite si è rivolto al popolo palestinese durante la sessione dell’Assemblea Generale in corso in questo momento: “Non vi abbandoneremo fino a quando non otterrete l’indipendenza”.

ORE 22.47
Da Ramallah Nour Odeh, portavoce dell’Autorità Palestinese, ha sottolineato che nel caso di voto favorevole dell’Onu, “non si parlerà più di Territori Occupati, ma di Stato occupato”.

ORE 22.31
Tra i crimini israeliani che il presidente dell’ANP ha elencato alle Nazioni Unite, Abbas ha ricordato il martirio di oltre 168 palestinesi durante l’ultima operazione militare contro Gaza, in particolare l’uccisione di dodici membri della famiglia Al Dalou. L’aviazione israeliana ha raso al suolo la loro abitazione.

ORE 22.22
“La Palestina compie di nuovo un errore. Non riconobbe 65 anni fa Israele e non intende farlo ora. La comunità internazionale deve fare pressioni sull’ANP perché torni a negoziati, senza precondizioni”.

ORE 22.20
Questa risoluzione non permetterà all’ANP di firmare trattati e partecipare a istituzioni internazionali. Non fermerà il conflitto. Il popolo israeliano si chiede a cosa serva proseguire con i negoziati se dall’altra parte non c’è risposta. C’è solo una via per lo Stato palestinese: negoziati diretti tra Ramallah e Gerusalemme, e non un seggio all’Onu”.

ORE 22.18
“La Palestina non ha mai riconosciuto Israele come Stato ebraico, nonostante la comunità internazionale lo abbia fatto 65 anni fa. Abbas ci accusa di giudaizzare Gerusalemme e cambiarne la natura. Abbas, è tempo di scegliere la pace con Israele: questa risoluzione non cambierà nulla sul terreno, non cambierà il fatto che l’ANP non ha controllo su Gaza”.

ORE 22.16
“Con Camp David nel 2000 Israele ha teso la mano. Nel 2005 Israele si è ritirato da Gaza. Nonostante ciò, la Palestina ha trasformato Gaza in un nuovo Iran, in una base di lancio di missili iraniani contro Israele. Sempre la leadership palestinese ha rifiutato di assumersi la responsabilità del processo di pace. Non accettiamo una base terroristica iraniana nel nostro Paese”.

ORE 22.15
Abbas preferisce i simboli alla realtà. Preferisce volare a New York invece di venire a Gerusalemme per negoziare. Il mondo sa che quando è stato possibile, Israele ha scelto la pace: è successo con l’Egitto e con la Giordania”.

ORE 22.12
“La Palestina deve riconoscere Israele come Stato ebraico e fermare la guerra contro Israele. Israele non può accettare tale risoluzione: l’unica via alla pace è il negoziato. Questa risoluzione è unilaterale e riporta indietro il processo di pace. Ho un messaggio per l’Assemblea: nessuna decisione dell’Onu può distruggere il legame tra il popolo ebraico e lo Stato di Israele”.

ORE 22.09
Il rappresentante di Israele ha preso la parola: “Israele è lo Stato degli ebrei, è uno Stato ebraico con Gerusalemme come capitale”.

ORE 22.08
L’Assemblea Generale ha accolto con un applauso il discorso del presidente dell’ANP, Mahmoud Abbas.

ORE 22.05
“Agiremo con responsabilità, collaborando con la comunità internazionale per giungere alla pace. 65 anni fa, in questo giorno, l’Onu adottò la risoluzione per la partizione della Palestina in due Stati, il certificato di nascita dello Stato di Israele. Chiedo alla comunità internazionale di non esitare, di dare una possibilità alla pace che non può più essere rimandata”.

ORE 22.01
“Questa occupazione razzista è l’ostacolo alla pace. Il mondo deve prendersi la responsabilità di fermare questa ingiustizia nei confronti del popolo palestinese, un’ingiustizia che va avanti dalla Nakba. E’ una decisione che richiede coraggio. Invierete un messaggio al popolo palestinese, ai prigionieri politici nelle carceri israeliane, ai profughi della diaspora e ai rifugiati in Palestina”.

ORE 21.59
“Così intendiamo dare una nuova spinta ai negoziati. Non siamo stanchi, non ci arrenderemo. Il nostro popolo non cederà i propri diritti nazionali, ha il diritto di difendersi da aggressioni e occupazione. Continueremo la nostra bellissima resistenza nonviolenta. Continueremo a costruire sulla nostra terra, con Gerusalemme come capitale. Vogliamo uno Stato accanto a quello israeliano, nei territori occupati nel 1967 e il riconoscimento del diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Non è terrorismo”.

ORE 21.57
“Israele deve assumersi la responsabilità della colonizzazione, dell’occupazione e delle politiche di aggressione contro il popolo palestinese. Non siamo qui per delegittimare uno Stato riconosciuto anni e anni fa, ma vogliamo veder riconosciuto il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato”.

ORE 21.55
“Il mondo conosce le minacce che Israele ha mosso in questi mesi alla Palestina perchè non si presentasse all’Onu. Siete testimoni di queste minacce. L’ultima, terribile, contro la Striscia di Gaza. Israele non intende proseguire nel processo di pace. Il nostro popolo subisce pulizia etnica, attacchi dei coloni, colonizzazione selvaggia”.

ORE 21.53
“Il popolo palestinese, nonostante gli orrori, continua a resistere. L’OLP, rappresentante legittimo del popolo palestinese e leader della lotta palestinese, ha deciso nel 1988 di dichiarare l’indipendenza della Palestina, sotto la leadership di Yasser Arafat. Una decisione storica e coraggiosa, contro l’aggressione e l’occupazione”.

ORE 21.51
“L’occupazione deve finire, c’è un popolo che va liberato. Il popolo palestinese è miracolosamente sopravvissuto alla catastrofe della Nakba, quando centinaia di migliaia di palestinesi sono stati deportati e cacciati dalla loro bellissima e prospera terra verso campi profughi. Una pulizia etnica“.

ORE 21.48
“La Palestina si presenta oggi perché crede nella pace, convinta che la comunità internazionale ha di fronte l’ultima possibilità per salvare la soluzione a due Stati“.

ORE 21.45
Sudan: “Le Nazioni Unite hanno riconosciuto 65 anni fa il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato, al fine di creare una pace reale in Medio Oriente. Le Nazioni Unite devono oggi fare la storia votando la risoluzione di oggi”.

ORE 21.40
Il rappresentante del Sudan chiede all’Assemblea Generale di riconoscere la Palestina come osservatore non membro per garantire l’esistenza, la libertà e il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

ORE 21.30
La sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla richiesta di riconoscimento della Palestina come osservatore permanente sta iniziando in questo momento.

ORE 21.10
Roger Water,
il fondatore dei Pink Floyd, oggi ha citato Bob Dylan per appoggiare la causa palestinese. “The Times They are a Changing’, ha detto Rogers parlando prima del voto sull’ammissione della Palestina quale stato osservatore non membro dell’Onu. Waters è un sostenitore dei diritti dei palestinesi e da anni si batte per un’azione della società civile “quando i governi si rifiutano di agire”.

ORE 20.52
Sì della Nuova Zelanda. Il ministro degli Esteri neozelandese, Murray McCully, ha annunciato il voto favorevole del suo Paese alla richiesta palestinese all’Onu.

ORE 20.45
Il presidente Abbas parlerà all’Assemblea Generale dell’Onu tra circa mezz’ora.

ORE 20.40
Il Kuwait ha annunciato il trasferimento di 50 milioni di dollari per sostenere l’Autorità Palestinese in previsione delle ritorsioni finanziarie israeliane dopo il voto dell’Onu. Lo ha reso noto l’inviato del Kuwait alla Lega Araba, Jamal al-Ghunaim.

ORE 20.20
Le forze di polizia israeliane hanno impedito ai cittadini palestinesi di Gerusalemme di installare un maxi schermo alla porta di Damasco, in Città Vecchia, per poter seguire il discorso del presidente Abu Mazen. Inoltre, le autorità israeliane hanno minacciato di ritirare le licenze ai ristoranti che hanno deciso di mettere a disposizione schermi per permettere ai clienti di seguire la richiesta di Abbas all’Onu.

ORE 20.08
Nimir Hammad, consigliere del presidente Abbas, ha detto in diretta ad Al Jazeera che sono circa 140 i Paesi pronti a votare sì alla richiesta palestinese all’Onu, accusando Israele di aver bloccato il processo di pace proseguendo nella colonizzazione selvaggia della Cisgiordania. “Non credo che il problema sia andare o meno alla Corte Internazionale. Se Israele teme questa possibilità, significa che sa di essere responsabile di crimini contro l’umanità”.

ORE 19.45
L’Autorità Palestinese si dice convinta di ottenere la maggioranza assoluta in Assemblea Generale. Lo afferma l’ambasciatore dell’ANP a Mosca, Fayed Mustafa: “La maggior parte degli Stati sosterrà la risoluzione per riconoscere la Palestina come osservatore. Darà una nuova dimensione alla questione palestinese e cambierà le basi del processo politico”.

ORE 18.45
La Germania non decide e annuncia l’astensione in Assemblea Generale, spiegando la scelta con la speciale vicinanza di Berlino a Israele e il timore che l’iniziativa blocchi il processo di pace. “La cancelliera ed io non abbiamo preso tale decisione con facilità – ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle – È una decisione ragionata. Da una parte c’è il giusto desiderio palestinese ad avere un proprio Stato, dall’altra la nostra speciale responsabilità per Israele”.

ORE 18.32
Un gruppo di senatori americani, sia democratici che repubblicani, ha annunciato oggi che proporrà al Congresso statunitense un disegno di legge per lo stop dei finanziamenti a Ramallah e la cacciata della rappresentanza palestinese a Washington nel caso in cui l’Onu riconosca la Palestina come osservatore permanente. 

ORE 17.52
Circa 250 persone stanno prendendo parte a Tel Aviv ad una manifestazione – organizzata da gruppi israeliani di sinistra e per i diritti umani – per sostenere la richiesta palestinese all’Onu. “Israele e Palestina, due Stati per due popoli”, uno degli slogan dei manifestanti. 

ORE 17.50
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha fatto appello ai leader israeliani e palestinesi perché riprendano i negoziati e diano nuova linfa al processo di pace, che necessita di coraggio e buona volontà. Ban Ki-moon ha aggiunto che le colonie israeliane in Cisgiordania rappresentano una violazione del diritto internazionale.

ORE 17.15
Manifestazioni nei Territori Occupati per sostenere la richiesta del presidente Abbas all’Onu. Nelle piazze delle principali città (Hebron, Nablus, Ramallah, Betlemme) migliaia di manifestanti sventolano le bandiere delle diverse fazioni palestinesi, Hamas, Fatah e PFLP.
E a Gaza City, per la prima volta dal 2007 – anno in cui Hamas assunse il governo de facto della Striscia – Fatah ha preso parte ad una manifestazione insieme a sostenitori del movimento islamista.

ORE 17.00
L’Italia ha deciso di votare sì al riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite. La decisione è stata annunciata nel pomeriggio di oggi da una nota ufficiale di Palazzo Chigi: la decisione di appoggiare la risoluzione “è parte integrante dell’impegno del Governo italiano volto a rilanciare il processo di pace con l’obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento”.

Palestina all’ONU, chi vota sì e chi vota no (Nena News, 28 novembre)

Dovrebbero essere dodici i voti favorevoli tra gli Stati membri della UE all’iniziativa del presidente dell’ANP Mahmoud Abbas, che si presenterà domani al Palazzo di Vetro a New York: tra loro Spagna, Portogallo, Malta, Cipro, Danimarca, Svizzera, Irlanda, Norvegia. L’Italia resta, come al solito, in bilico: probabilmente Roma si asterrà. Mentre la Germania dice no: il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, ha annunciato oggi il voto contrario. 
Stamattina è arrivato il sì del governo spagnolo: il ministro degli Esteri, Jose Manuel Garcia Margallo, ha definito la richiesta palestinese all’Onu la migliore via per raggiungere la pace. 
Sicuro il voto favorevole della Danimarca. Oggi il ministro degli Esteri Villy Soevndal si è detto “felice di annunciare che Copenaghen voterà sì. Quello palestinese è un testo moderato che sottolinea la necessità del negoziato e della soluzione a due Stati, così da assicurare ai palestinesi una propria nazione”.
Un sì anche dalla Francia, uno dei cinque Stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Ieri Laurent Fabius, ministro degli Esteri del governo Hollande, ha annunciato il voto favorevole di Parigi: “Voteremo con coerenza e chiarezza. Sappiamo che per anni la posizione della Francia è stata quella di sostegno alla creazione di uno Stato di Palestina”. Posizione bipartisan: anche l’ex premier Sarkozy, lo scorso anno, votò a favore dell’ingresso della Palestina nell’UNESCO.
Alla vigilia del voto a New York, a dare sostegno all’iniziativa di Abbas, anche Svizzera e Norvegia. Il Consiglio Federale Svizzero ha annunciato il sì “per ridare vita alla soluzione a due Stati e rinnovare i negoziati di pace”.
L’Irlanda voterà sì: il vice primo ministro di Dublino, Eamon Gilmore, lo ha definito il primo passo verso il riconoscimento pieno della Palestina come 194esimo Stato membro delle Nazioni Unite.
Minacciosa la Gran Bretagna, che parla di “apertura condizionata”: il rappresentante britannico voterà a favore della Palestina solo se Ramallah rispetterà due condizioni. Secondo il quotidiano inglese The Guardian, Londra e Washington hanno chiesto al presidente Abbas di firmare una lettera privata nella quale l’ANP si impegna a non trascinare Israele di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia e a riprendere subito e senza precondizioni i negoziati con Tel Aviv.
La Palestina ha bisogno della maggioranza assoluta in Assemblea Generale per ottenere la poltrona fino ad oggi occupata dall’OLP. Un risultato che, dopo l’ingresso come Stato membro nell’UNESCO, non è affatto improbabile.

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