Menu

Strage di cristiani a Damasco. Un gruppo di opposizione accusa la Turchia

Ieri due autobombe hanno fatto strage di cristiani e di drusi nel quartiere cristiano di Jaramana, a Damasco. Un nuovo attacco terroristico e indiscriminato dell’opposizione contro una comunità ritenuta – a torto o a ragione – tollerante nei confronti del regime di Bashar Assad. Non è la prima volta che i quartieri della capitale abitati dalle minoranze non sunnite – alawiti, cristiani, drusi, palestinesi – vengono prese di mira dalle autobombe delle milizie ribelli.

Ma questa volta a denunciare il terrorismo delle opposizioni è il Comitato di Coordinamento Nazionale per il Cambio Democratico (Ccncd), uno dei movimenti che si oppone ad Assad. Che però oggi ha accusato esplicitamente il regime turco di lasciar entrare in Siria miliziani fondamentalisti islamici allo scopo di compiere attentati e stragi. Ripreso dal quotidiano turco Hurriyet, il portavoce del Ccncd Heytem Menna ha detto che ”paesi come la Turchia li autorizzano a infiltrarsi” in Siria.

Ma i combattenti dei gruppi nell’orbita di Al Qaeda non si infiltrano solo dal confine turco. Oggi cinque miliziani islamici siriani sono stati arrestati in Giordania mentre cercavano di fare entrare armi nel paese scosso da una lunghissima e sanguinosa guerra civile. I cinque sono stati arrestati nella città di Ramtha, nel nord della Giordania, in possesso di armi leggere che cercavano di contrabbandare oltre confine. Secondo la polizia di Amman, decine di militanti islamici giordani combattono in Siria nelle file dei ribelli e almeno dieci di loro sono stati uccisi nelle province di Daraa, Aleppo e Damasco. 

A proposito dell’opposizione siriana, nelle sue milizie combattono moltissimi ragazzini, anche quattordicenni. A denunciarlo è l’organizzazione Human Rights Watch (Hrw), che ha chiesto ai comandanti ribelli di “fare una dichiarazione pubblica in cui si impegnano a mettere fine a questa pratica” (!). Hrw afferma di avere intervistato cinque ragazzi tra i 14 e i 16 anni di età che hanno raccontato di avere lavorato con l’opposizione armata a Homs, Daraa e Khirbet al Jawz. Tre di loro hanno detto di avere trasportato armi e uno di “avere partecipato a missioni di attacco”. 

Ma non bastano neanche l’arruolamento dei bambini a far pendere il successo dalla parte dei ribelli. E così ora i sostenitori internazionali dell’Esercito Siriano Libero si chiedono quali altre mosse adottare. Se la Turchia ha chiesto e ottenuto lo schieramento al confine con Damasco dei missili della Nato, la Casa Bianca – ora che Barack Obama ha ottenuto il suo secondo mandato da presidente – sta valutando di “intraprendere un’azione più decisa in Siria, per accelerare la caduta del regime di Assad”. Secondo alcune fonti governative – scrive il New York Times  – allo studio ci sarebbero diverse opzioni: da quella che prevede un rifornimento diretto di armi per alcuni gruppi dell’opposizione siriana a quella di inviare sul terreno agenti della Cia per lavorare a fianco dei ribelli nelle aree che oramai sono fuori dal controllo delle forze di Assad. Tutte cose che Washington ha già fatto, in realtà…

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *