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Madrid: la destra privatizza gli ospedali

Il delfino e successore dell’ex padrona della Comunità di Madrid Esperanza Aguirre, Ignacio González, è riuscito ieri a far approvare dai suoi uomini il contestatissimo provvedimento che impone la privatizzazione di 6 ospedali e di ben 27 poliambulatori e centri sanitari nella piccola ma popolosa regione della capitale. I 69 consiglieri della destra hanno anche approvato l’istituzione di un ticket di 1 euro a ricetta, che scatterà dal prossimo primo gennaio. Tutti i gruppi dell’opposizione di centrosinistra – socialisti del Psoe, liberali di UPyD e Sinistra Plurale – hanno accusato il governo regionale di ‘barbarie’ e di realizzare tagli indiscriminati approfittando della crisi economica e della mancanza di fondi nelle casse della regione per favorire le lobby della sanità privata.
Ma è soprattutto dai lavoratori della sanità e dai pazienti che si è levata la protesta più forte. I primi perché coscienti del fatto che i centri sanitari esternalizzati ridurranno salari, diritti e posti di lavoro; i secondi consapevoli invece degli alti costi che dovranno sostenere – se potranno permetterselo – per ricevere cure finora assicurate da un sistema pubblico ora fortemente ridimensionato.
Negli ultimi giorni la protesta più eclatante ha coinvolto quasi 200 tra direttori e vicedirettori degli ospedali, dei singoli reparti e dei centri sanitari privatizzati, che si sono dimessi in massa. Così come hanno fatto anche quelli di altre strutture sanitarie per ora non al centro delle attenzioni dell’amministrazione di destra della capitale. E ieri anche 150 medici hanno presentato le loro dimissioni al Collegio dei Medici di Madrid per tentare di sollevare il caso e ostacolare i piani del PP.

Intanto i sindacati dei lavoratori della Sanità Pubblica della Comunità Autonoma di Madrid stanno in queste ore decidendo nuove mobilitazioni dopo cinque settimane di sciopero realizzate consecutivamente contro i tagli e i progetti di privatizzazione approvati ieri. E ancora ieri in migliaia tra medici, infermieri, pazienti e membri di numerose associazioni e partiti di sinistra erano tornati in strada a manifestare per le strade della capitale, inascoltati dal governatore Gonzalèz.

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