Il braccio di ferro tra ‘occidente’ e Russia originato dalla reazione di Mosca al golpe filoccidentale di febbraio a Kiev rischia di portare il mondo sull’orlo di una guerra senza quartiere e di condurre l’Italia dentro il vicolo cieco del muro contro muro con la Russia.
Era inevitabile che le pesanti sanzioni diplomatiche, militari, finanziarie e commerciali adottate da Stati Uniti, Unione Europea e Giappone scatenassero una reazione uguale e contraria da parte del governo di Mosca che ha deciso ieri di fare un salto di qualità nello scontro in atto da alcuni mesi.
La Russia ha deciso infatti «un embargo totale» della durata di un anno della gran parte dei prodotti alimentari provenienti dai Paesi Ue e dagli Stati Uniti. Ad annunciarlo è stato lo stesso premier Dmitry Medvedev il quale ha spiegato che il divieto di importazione riguarderà la frutta, i vegetali, la carne, il pesce, il latte e il prodotti caseari importati dagli Usa, dall’Ue e dall’Australia, dal Canada e dalla Norvegia. «Non vi è nulla di buono nelle sanzioni e non è stata una decisione facile da prendere, ma lo abbiamo dovuto fare, sono comunque convinto che riusciremo a far girare la situazione a nostro favore» ha detto il premier. Dal provvedimento dovrebbero essere esentati i prodotti per l’infanzia e quelli occidentali riportati in patria dall’estero dai turisti russi.
Martedì scorso era stato Vladimir Putin in persona ad annunciare le contro sanzioni e ad indicare al governo una serie di misure ritorsione nei confronti dei paesi che aggrediscono l’economia russa. Poi, mercoledì, Putin ha firmato un decreto in cui si ordina di «vietare o limitare per un anno… l’ingresso nel territorio della Federazione russa di prodotti agricoli, materie prime e alimentari prodotti dai Paesi i cui governi hanno preso la decisione di introdurre sanzioni economiche nei confronti di persone fisiche o giuridiche russe». Il capo del Cremlino ha chiesto all’esecutivo di preparare una lista dettagliata di prodotti, realizzata in modo da non provocare ulteriori aumenti dei prezzi (l’inflazione in Russia è già intorno al 7%) e con l’indicazione di aumentare la produzione locale dei prodotti sottoposti a divieto d’importazione. Secondo i commenti, generalmente positivi, della stampa russa, la compilazione della lista avrebbe privilegiato i settori che la produzione interna è in grado di produrre oppure che è possibile importare, spesso a prezzi più bassi, da paesi dell’ex Unione Sovietica come la Bielorussia e l’Uzbekistan o dai Brics, in particolare dall’America Latina, con cui Mosca negli ultimi mesi ha accelerato i processi di collaborazione commerciale proprio dopo l’avvio della crisi ucraina.
La mossa di Mosca ha subito scatenato il putiferio nelle poco accorte cancellerie occidentali, e in particolare genera preoccupazione tra gli operatori europei dei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, del commercio e della trasformazione. Secondo i dati diffusi da Eurostat, infatti, nel 2013 le esportazioni di alimentari e bestiame dall’Ue verso la Russia hanno raggiunto quota 8,8 miliardi di euro. La Russia importa oltre il 40% dei suoi prodotti alimentari e rappresenta il maggiore mercato di destinazione per frutta e verdura dal continente europeo, per circa 2 miliardi di euro ogni anno.
La preoccupazione delle conseguenze della decisione di Mosca è altissima soprattutto tra i produttori italiani, visto che le esportazioni di prodotti alimentari dal nostro paese verso la Russia erano in crescita e lo scorso anno hanno raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro. Secondo la Coldiretti sono a rischio le vendite di “ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, di pasta per 50 milioni di euro, ma in aumento del 20 per cento nel primo quadrimestre del 2014 e carni per 61 milioni di euro».
Suonano davvero ridicole, di fronte alla gravità dello scontro in atto e ai possibili danni che il muro contro muro con Mosca potrebbe generare all’economia italiana, le parole della pupilla di Renzi Federica Mogherini, secondo la quale “Non ci sono differenze di valutazione tra Italia e Stati uniti sulla soluzione della crisi in Ucraina, che può essere solo politica”. “Come Italia abbiamo sempre condiviso profondamente la stessa impostazione degli Stati Uniti, in particolare sull’approccio della Nato e anche in relazione al rapporto con la Russia” ha rivendicato il ministro degli Esteri in un’intervista al quotidiano La Stampa.
La titolare della Farnesina ci ha tenuto a precisare che “l’Italia esclude un’azione militare che sarebbe devastante anzitutto per l’Ucraina, per l’Est dell’Europa, oltre che per il futuro delle nostre relazioni” rivelando che evidentemente alcuni dei partner europei o gli stessi Stati Uniti l’opzione militare la stanno evidentemente mettendo sul tavolo.
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alexfaro
Adesso sei contento Renzino spendaccino,
Non ti bastava la gravissima crisi già in atto qui in italia ancor più che nel resto dell’Europa occidentale,ora dovremo anche far fronte ai mancati introiti delle merci che esportavamo in Russia,quindi il risultatao sarà solo disoccupazione in aumento in modo esponenziale.ben ci sta Italiani coglioni filo-USA/UE!
un saluto
Alexfaro