Menu

Gaza. Il cessate il fuoco regge

Tiene per ora l’accordo di cessate il fuoco annunciato ieri fra israeliani e palestinesi con la mediazione dell’Egitto dopo i circa 50 giorni del conflitto di Gaza.

Dalle 17 di ieri «Non c’è stato alcun lancio di razzi verso il territorio israeliano e alcun raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza». Il bilancio dell’attacco israeliano a Gaza è pesante, ma almeno per il momento sembra anche quello definitivo: 2.143 morti tra i palestinesi della Striscia, quasi tutti civili, moltissimi bambini e donne; 70 (quasi tutti militari, 65) sul fronte israeliano. Nel primo pomeriggio il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, aveva annunciato “siamo vicini ad intese politiche in linea con le richieste del nostro popolo” per un cessate il fuoco. Poco più tardi un altro esponente di Hamas, Musa Abu Marzuk, in un messaggio sulla sua pagina Facebook, scrive: “I colloqui sono terminati, abbiamo raggiunto un accordo” per una tregua nella Striscia di Gaza. Secondo Abu Marzuk, l’accordo per una tregua stabile nell’enclave palestinese “è una vittoria della resistenza ed incarna la resistenza del nostro popolo”.

Secondo le indiscrezioni che circolano a Gaza, la tregua si baserà sulle intese raggiunte due anni fa al Cairo da Israele e Hamas al termine dell’ondata di bombardamenti del 2012. A breve dovrebbero essere riaperti i valichi di Gaza e l’area di pesca per gli abitanti di Gaza tornerà ad essere di sei miglia marine. La zona di interdizione lungo la barriera di confine dovrebbe essere annullata. L’Egitto, secondo queste indiscrezioni, è disposto a riaprire il valico di Rafah con la Striscia, ma solo entro i limiti imposti dalla situazione di sicurezza nel Sinai. Solo fra un mese – secondo queste indiscrezioni – inizieranno al Cairo i negoziati israelo-palestinesi su questioni più complesse, fra cui la richiesta palestinese di dotare la Striscia di un porto e di un aeroporto, e la richiesta israeliana di smilitarizzare Gaza.
Dalle  indiscrezioni che arrivano però è più giusto parlare di tregua a medio termine, perchè i problemi più importanti non sono stati risolti. A cominciare dalla revoca totale del blocco di Gaza e dalla libertà per i palestinesi prigionieri nella loro terra. “Ma ora qualcuno si affretterà a sventolare la bandiera della vittoria tralasciando il piccolo particolare della lista di promesse che aveva fatto e le linee rosse che aveva tracciato” commenta Michele Giorgio analizzando le caratteristiche della tregua raggiunta.

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *