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Grecia. Varoufakis: “è come il golpe del 1967”

Non cessano i commenti, le rivelazioni e le esternazioni dell’ex ministro delle finanze ellenico Yanis Varoufakis dimessosi il 6 luglio scorso, appena dopo la schiacciante vittoria dei ‘No’ al referendum indetto dal governo, dopo che Tsipras e altri quattro ministri avevano respinto le sue proposte per andare al tavolo del negoziato con la Troika in una posizione di forza. 
“Il recente summit europeo non é nient’altro che la conclusione di un colpo di stato. Nel 1967 (golpe dei Colonnelli, ndr) le potenze straniere usarono i carri armati per mettere fine alla democrazia greca. Nella mia intervista alla radio australiana Abc ho affermato che nel 2015 c’é stato un altro golpe delle potenze straniere, che hanno usato le banche invece dei carri armati”: cosi’ il durissimo commento dell’ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis sul suo blog agli ultimi sviluppi della crisi greca.
“Leggere la dichiarazione del vertice – scrive in un altro passaggio Varoufakis – é come leggere un documento che elenca i termini della resa della Grecia. E’ una dichiarazione che conferma che la Grecia diventa un vassallo dell’Eurogruppo”. Quella dichiarazione, prosegue, “non ha niente a che vedere con l’economia, non si preoccupa di indicare una agenda riformista che possa tirar fuori la Grecia da questa situazione. E’ una manifestazione pura e semplice della politica dell’umiliazione. Anche chi disprezza il nostro governo non può non vedere che la lista di richieste dell’Eurogruppo rappresenta un’importante presa di distanza dalla decenza e dalla ragione.
La dichiarazione segnala un completo annullamento della sovranità nazionale, senza sostituirla con un’entità sopra-nazionale e pan-europea. Gli europei, persino quelli a cui non frega niente della Grecia, devono stare attenti” conclude Varoufakis un’impronta, nonostante tutto, europeista seppur tradita dal comportamento delle controparti.

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