Il leader dell’Ukip (partito nazionalista e populista) Nigel Farage sfrutta il brutto momento del premier David Cameron, che guida la campagna per far restare la Gran Bretagna all’interno dell’Ue al referendum del 23 giugno, annunciando che una flottiglia di imbarcazioni pro-Brexit risalirà il corso del Tamigi. Farage si imbarcherà su un peschereccio alla testa della processione di 60 barche che navigherà fino a Westminster, sede del parlamento britannico, il 15 giugno, in un protesta di massa intitolata “Fishing for Leave”. “Sarà grande, d’impatto visivo, teatrale e la richiesta sarà chiara: vogliamo indietro le nostre acque” ha detto Farage alla radio LBC, sostenendo che l’industria della pesca britannica è in crisi a causa delle quote Ue.
I sondaggi più recenti mostrano che la campagna per il no alla Ue – sostenuta anche da una coalizione di forze politiche, sociali e sindacali di sinistra – sta ricevendo sempre più sostegno dai britannici. Un sondaggio Guardian/ICM pubblicato il 31 maggio accredita il 52% dei consensi al campo “Leave” e il 48% al “Remain”, un risultato a sorpresa che ha subito affondato la sterlina. Il “sondaggio dei sondaggi” pubblicato dal sito indipendente WhatUKThinks vede invece il “sì” alla Ue in testa con il 51%, escludendo gli indecisi. La flottiglia è una della colorite iniziative della campagna per la Brexit, dopo una gara di pasticceria con ricette anti-Ue e un concerto pop a Birmingham. L’ex sindaco di Londra Boris Johnson oggi ha partecipato a un’asta di bestiame e detto agli allevatori che la Brexit taglierà la burocrazia Ue, mentre il flusso di sussidi non si fermerà.
Ieri Cameron è finito in difficoltà durante un dibattito televisivo con il pubblico in studio su Sky, quando una studentessa 22enne l’ha accusato di “allarmismo” e di portare avanti una campagna che è “un completo caos”. Soraya Bouazzaoui, i cui genitori sono immigranti in Gran Bretagna dal Marocco, a un certo punto ha interrotto il premier dicendo “studio letteratura inglese, so capire quando qualcuno parla a vuoto”.
Cameron ha detto a un pubblico ostile che votare per il “no” alla Ue significherebbe compiere un atto di “autolesionismo economico”. “Quando andiamo a casa, ci alziamo al mattino, guardiamo i nostri figli e i nostri nipoti negli occhi… non giochiamo a dadi con il loro futuro” ha detto alla fine del talk show. “La Gran Bretagna non vince quando lasciamo, vinciamo quando rimaniamo, lavoriamo per migliorare queste organizzazioni e salvaguardiamo le prosperità e la sicurezza del nostro grande Paese” ha aggiunto il premier.
Ma i giudizi sulla sua performance sono stati spietati. “Cameron massacrato dagli elettori in rivolta” ha scritto il conservatore Daily Telegraph in prima pagina, mentre per il tabloid Daily Mirror il premier “ha incassato molti più colpi … di quanto avrebbe voluto” e The Sun ha scritto di “uno scontro teso”.
Il capo del governo britannico è tornato in onda stamani su ITV per sostenere che le riforme negoziate con Bruxellas ridurranno il numero di immigrati europei nel regno. Cameron si è detto anche fiducioso di poter riunificare il suo partito conservatore dopo il voto nonostante circa un terzo dei suoi deputati siano per la Brexit. “Penso che siamo una democrazia adulta e che possiamo avere un dibattito appassionato in cui sono gli elettori, e non i politici, a decidere, poi acccettiamo il risultato e torniamo insieme” ha detto Cameron.
Redazione Contropiano
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