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Gran Bretagna: tra pandemia ed eugenetica di Stato

Sabato 14 Marzo in Gran Bretagna le persone risultate positive al test di Covid-19 erano 1.140, mentre 6 sono decedute. Un picco sia del numero dei contagiati, ben più di 300 rispetto a venerdì, che nei decessi. In una conferenza stampa di metà settimana il Primo Ministro britannico Boris Johnson ha stimato che le persone infettate fossero tra le 5.000 e le 10.000. I test però sono stati limitati a coloro che sono stati in zone di alto contagio o che sono entrati in contatto con una persona contagiata, nonostante abbia fatto scalpore il fatto che la sottosegretaria alla salute Nadine Dorries sia risultata positiva.

E molte denunce parlano della resistenza nel fare effettuare il test nonostante i sintomi riscontrati come ha denunciato un lettore del “The Guardian”.

Il primo caso registrato di contagio si è avuto il 31 gennaio scorso, mentre il primo decesso il 5 marzo. Il testo sviluppato nei laboratori britannici è stato disponibile dal 10 febbraio.

Nonostante il Primo Ministro abbia definito l’epidemia: «la più grave crisi sanitaria di una generazione», la strategia dichiarata dell’esecutivo consiste nel non prendere per ora alcuna misura drastica per il suo contenimento.

La filosofia di fondo del leader conservatore è quella di sviluppare una “herd immunity”, cioè una immunità di gruppo, nonostante questo costerà nelle parole di Chris Whitty – che ha affiancato Johnson – 500.000 morti se l’80% dei cittadini britannici fosse contagiato e si avesse l’1% di mortalità.

Come ha commentato criticamente, Roy Steward, ex ministro Tory: «è meglio che la gente muoia adesso per proteggere la maggioranza della popolazione sul lungo periodo»

La affermazioni del capo dei consulenti scientifici britannici sono tanto agghiaccianti quanto coerenti con la visione “tory” di un darwinismo sociale tanto cinico quando pragmatico in sintesi: i più vulnerabili – cioè i più poveri – moriranno. Il Chief Medical Officer ha stimato che 1/5 dei lavoratori si ammalerà.

Johnson in questa sua lucida follia ha messo le mani avanti: «molte famiglie perderanno dei cari prematuramente».

La decisione di non prendere praticamente misure di contenimento trova le sue ragioni nella “nudge theory”, riservando queste ad un momento previsto di picco per impedire che una loro presa precoce possa inficiarne l’efficacia perché di fatto stancherebbe le persone sottoposte a tali restrizioni.

In realtà queste sballate concezioni sono frutto appunto di un mix di due fattori: la filosofia di fondo della società neo-liberista che ha in una delle figure chiave dei conservatori inglesi – Margareth Thatcher – la prima esecutrice nel Vecchio Continente, dopo la sua prima sperimentazione nella dittatura cilena di Pinochet e negli Stati Uniti di Ronald Reagan.

La “Lady di Ferro” affermava che non esiste ma la società ma solamente gli individui. Alcuni ce la faranno, altri creperanno.

Il secondo fattore, conseguente al primo è il collasso del sistema sanitario britannico, che in 10 anni ha conosciuto tagli pari al 30%, già abbondantemente congestionato prima dell’emergenza pandemica.

Secondo quanto riportato da un inchiesta della “FAZ” sul sistema sanitario tedesco, messo a confronto con quello britannico, che abbiamo citato in un un altro articolo: La Gran Bretagna che ha un sistema sanitario nazionale, ha un quinto degli abitanti in meno, poco più di 100 mila posti letto di cui 4 mila dedicati alla terapia intensiva, con un tasso d’occupazione del 92% – cioè è saturo praticamente – e ¾ di quelli della terapia intensiva, cioè circa 1.000 posti disponibili in terapia intensiva per questa emergenza.

Solo 1.000 i posti in terapia intensiva disponibili

Come aveva evidenziato il programma laburista nel suo manifesto elettorale di cui avevamo fatto una sintesi ragionata, traducendo ampi stralci :

Il collasso del sistema sanitario ed in generale del social care sta in alcune cifre:“Ci sono 100.000 posti vacanti nelle NHS England, inclusa una carenza di 43.000 infermiere. Ci sono 15.000 posti letto in meno”.

Questo porta a gravi criticità a cui il Labour provvederà con un piano di emergenza e con uno stop alla privatizzazione del settore, che avrà un innalzamento delle risorse di almeno il 4,3% annuo. La parte dedicata alla questione sanitaria, non solo ospedaliera e non solo curativa, ma anche di prevenzione gratuita – tra cui un check-up dentistico annuale – è molto dettagliata e riguarda sia il miglioramento del servizio che le condizioni di lavoro. Si tratta di una rivoluzione culturale come testimonia questo breve passaggio: “aboliremo i fast-food vicino alle scuole e adotteremo regole più stringenti rispetto alla pubblicità di cibo spazzatura e ai livelli di sale nel cibo”.

È nella cura degli anziani che gli effetti dell’austerità si sono rivelati più letali. I tagli ai fondi per il Social Care hanno lasciato un milione e mezzo di persone anziane senza le cure di cui necessitano. Circa 8 miliardi sono stati espunti dai budget per il Social Care dal 2010″.

La costruzione di un Servizio di Cura Nazionale è una delle soluzioni adottate, che provvederà tra l’altro a colmare le carenze d’organico del settore. “Circa un milione e mezzo di persone lavorano nei servizi di cura, ma ci sono 100.000 posti vacanti”.

Questa la realtà dei fatti. Si tratta di un cinismo reiterato.

Tobby Helm, in un interessante contributo su “The Guardian” il primo luglio scorso riprende le conclusioni sconcertanti di una ricerca dell’Insitute for Public Policy Research (IPPR) secondo il quale ci sarebbero stati ben 130.000 morti dal 2012 al 2019 in Gran Bretagna dovute ai tagli della medicina preventiva.

Una cifra mostruosa che ci permette di capire le conseguenze concrete del neo-liberalismo partendo da tutti i tagli che hanno di fatto reso possibili patologie come attacchi di cuore, cancro ai polmoni e problemi di fegato generati da una filosofia della salute pubblica che ha cancellato ogni strategia preventiva – anche perché non lucrativa per la sanità privata – ed un “buon affare” per la white economy. In sintesi meglio far ammalare le persone, per poi potere lucrare sulla loro malattia, anziché prevenire le patologie.

Il governo conservatore ha avuto una prassi piuttosto “opaca” fino ad ora nella gestione dell’emergenza sanitaria, fino a poi esplicitare questo vasto progetto eugenetico su grossa scala.

Saranno i più vulnerabili a morire, tra questi probabilmente i 1,9 di pensionati che vivono sotto la soglia di povertà, coloro che soffrono di una vulnerabilità abitativa tale da soggiornare stipati in un appartamento in affitto (visto che l’auto quarantena è l’alfa e l’omega dei suggerimenti governativi), gli “hidden homeless” cioè i senza-casa che vivono negli accampamenti alle periferie delle grandi città impossibilitati a potere seguire ogni minima prescrizione igienica, e le fasce meno protette della working class che con contratti “a zero ore” ed una paga irrisoria, o finti “lavoratori autonomi” saranno costretti ad andare al lavoro anche se malati.

L’ultima scena del recente film di Ken Loach: “Sorry, We missed you”, in cui il protagonista finto lavoratore autonomo è costretto ad andare a lavorare nonostante le pesanti conseguenze di un pestaggio subito, non appare oggi una iperbole distopica ma a maggiore ragione una puntuale e tragica descrizione della realtà odierna.

Come ha scritto giustamente Dawn Foster su “Jacobin”: «come impedisci alle persone di andare al lavoro quando potrebbero essere malate se nel farlo risultasse finanziariamente proibitivo per loro?»

La differenza dell’aspettativa di vita già oggi in Gran Bretagna tra i più ricchi ed i più poveri è 9,4 anni per gli uomini e 7,4 per le donne, e come è stato calcolato prendendo la metro da Westmister a Cannin Town nella city, per ogni fermata che si allontana dal centro l’aspettativa dei suoi abitanti si abbassa di un anno.

Così nessuna misura è stata presa per ora, salvo il rinvio delle elezioni municipali, per cui si sarebbe dovuto eleggere il sindaco di Londra, a differenza della Francia che le ha mantenute…

Si raccomanda alle persone che hanno la febbre a più di 37,8 gradi centigradi o che tossiscono di mettersi in quarantena per una settimana, si vietano le gite scolastiche all’estero e si raccomanda ai più anziani di non andare in crociera!

Addirittura sono state autorizzate le visite nelle case di riposo, come ha affermato Jeremy Hunt, in continuità con una gestione criminale che si è caratterizzata per l’assenza di test sui passeggeri in zone a rischio.

Non si sono vietati alcuni avvenimenti di massa come le corse ippiche a Cheltenham, per cui si aspettano 60 mila spettatori e il match di rugby a Cardiff tra Galles e Scozia, con 75 mila spettatori attesi questo fine settimana. Questo è quanto.

 

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1 Commento


  • Patrizia

    Perfettamente d’accordo con tutto quanto scritto nell’articolo. Stando a Londra da un po’ posso aggiungere che in due giorni, e con grande aiuto da parte dei media, si è scatenata un’isteria sociale che aggiunge elementi di ulteriore preoccupazione dal punto di vista politico. Idem in Italia.

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