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La demenziale strategia Usa e dei servitori europei

Per tutti coloro che si sono rallegrati della vittoria elettorale di Biden, temo che ci siano cattive notizie. Quelli di noi che avevano già avvertito che con i Democratici il pericolo di guerra sarebbe salito alle stelle, sembra che non abbiano fallito. I peggiori presagi che dal discorso dinsediamento del nuovo presidente si potevano dedurre, si stanno materializzando.

1.Ha avvertito (minacciato) la Germania di non procedere con il suo progetto di approvvigionamento energetico (Nord Stream 2) e sta annullando il ritiro delle truppe dal territorio tedesco, il che, per inciso, chiarisce che è ancora un paese colonizzato (l’amministrazione USA, facendosi beffe ancora una volta del “libero scambio”, ha appena minacciato direttamente di ritorsioni le società che partecipano alla costruzione del gasdotto, e sono state rilevate addirittura vessazioni militari).

2.Ha definito Putin un “assassino”, il che in termini diplomatici equivale a solo mezzo passo prima di una aperta dichiarazione di guerra. Sta premendo sempre più i confini russi attraverso la NATO, mettendo in allarme sia il Baltico (e anche le latitudini polari) che l’Europa orientale, destabilizzando anche il Caucaso.

3. Si permette di invitare la Cina a casa sua (Alaska) per poi iniziare a insultare i diplomatici cinesi per presunte violazioni dei diritti, specialmente nel territorio uiguro (ovviamente, gli emissari americani sono stati molto attenti a non commentare come gli Stati Uniti si siano infiltrati da anni nelle reti terroriste e paramilitari in quel territorio per disunire la Cina).

4.Ha minacciato sanzioni contro l’India se non annullerà l’acquisto e il dispiegamento di missili russi S-400.

5.Vuole rinnovare l’unione contro l’Iran per sottomettere quel paese e tagliare il nucleo vitale della Via della Seta cinese.

6.Assedia a la stessa Cina nel mar che la circonda.

7.Minaccia la Corea mediante nuove manovre militari navali.

8. Frena il ritiro delle truppe dall’Asia occidentale e, nel caso specifico della Siria (dove occupa illegalmente i suoi pozzi petroliferi), intende riattivare la guerra con nuove infiltrazioni di paramilitari e jihadisti nel Paese.

9.Sta preparando un intervento contro il Venezuela attraverso truppe irregolari, paramilitari, bande di narcotrafficanti e gruppi criminali armati, con la collaborazione dell’esercito colombiano, alla frontiera tra i due Paesi.

10.Ma la cosa più follemente pericolosa di tutte è che sta innescando una nuova escalation di guerra in Ucraina, con conseguenze nefaste. L’esercito ucraino ha iniziato a dispiegare in maniera massiccia i suoi sistemi di razzi a lanci multipli nel Donbass, per attaccare le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, che continua a tormentare da settimane. E, cosa ancora più grave, ha già dichiarato la sua intenzione di partire per la Crimea. Tutto questo a seguito dei recenti colloqui ad alto livello tra funzionari statunitensi e ucraini. Gli USA stanno fornendo armi all’Ucraina, mentre dispiegano alcuni dei loro più letali dispositivi da combattimento nell’area.

Questo segna un pericolo imminente di guerra totale, particolarmente sconvolgente per le società europee, dato che la Russia sembra avere la superiorità militare sulla NATO. Se scoppiasse uno scontro, potrebbe distruggere l’Europa in breve tempo. Nel frattempo, gli USA sarebbero ancora una volta lontani dallo scenario bellico.

Prima di continuare, chiariamo alcune cose.

In un capitalismo globalizzato ma privo di un’entità politica territoriale globale (qualcosa come uno Stato mondiale), buona parte delle strategie di comando sono esercitate direttamente o indirettamente dalla potenza dominante, un egemone che si prende lincarico in misura maggiore di qualsiasi altro di creare o ricreare, organizzare e dirigere l’insieme delle istituzioni mondiali necessarie per la regolazione globale del sistema.

Questo sistema, il capitalista, solo molto casualmente può procurare “benessere” e miglioramenti alle popolazioni del mondo, poiché il suo scopo principale è la riproduzione ampliata del capitale attraverso alti tassi di profitto aziendale.

Gli USA, come potenza egemone, sono i principali difensori di questa accumulazione di capitale e del beneficio privato della classe capitalista, a qualunque costo. Per questo motivo, tra molte altre cose, l’unica cosa che agli Stati Uniti preoccuperebbe sui diritti umani è che siano effettivamente rispettati. Ha quindi promosso e mantenuto dittature in tutto il pianeta, da quelle del Cono Sud americano, fino alle selvagge monarchie del Golfo, passando per il Sud Africa dell‘”apartheid.

Per questo il suo principale alleato e destinatario di sostegno finanziario-politico-strategico è Israele, lo Stato che commette più violazioni contro le risoluzioni dellONU, che pratica un sistematico apartheid e la pulizia etnica, che si basa su una costituzione razzista, che pratica il terrorismo sistematicamente e che è un pericolo continuo per tutta l’Asia occidentale.

Questo è il motivo per cui ha come alleato la Turchia, un membro della NATO, un altro detentore del record nelle pulizie etniche e nel terrorismo contro la sua stessa popolazione e quelle adiacenti. Per questo il suo principale destinatario di “aiuti” in America è la Colombia, campione nel terrorismo di Stato, con massacri sistematici della sua popolazione, e causa di un crescente rischio di destabilizzazione dell’intera regione (si veda questo eccellente rapporto sull’argomento: https://isrobinson.org/investigaciones/la-construccion-de-una-zona-de-guerra-difusa-en-la-frontera-colombo-venezolana/).

In quanto al capitolo delle invasioni e distruzione di paesi, questi sono stati gli interventi militari diretti degli USA (soli o con la NATO) dopo la caduta dellURSS:     

Irak (1991): con sanzione dellONU

Somalia (1993): USA e alcuni “alleati”, con sanzione dellONU

Yugoslavia (1995): NATO, senza sanzione dellONU

Afganistan e Sudan (1998): attacco unilaterale degli USA

Yugoslavia (1999): NATO, senza sanzione dellONU

Afganistán (2001): NATO, senza sanzione dellONU [dura a tuttoggi]

Irak (2003): USA e alcuni “alleati”, senza autorizzazione dellONU

Pakistan, Yemen, Somalia (2002): attacchi con aerei senza equipaggio, senza autorizzazione dellONU [dura a tuttoggi]

Libia (2011): intervento della NATO, con sanzione dellONU

Siria (2014): USA – NATO [dura a tuttoggi]

Interventi che Arthur K. Cebrowski, Ammiraglio e Direttore dell’Office of Force Transformation del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha concepito come fatti sui “paesi usa e getta” le cui strutture statali dovevano essere distrutte.

Fondamentalmente sono nel mirino dellegemone quelle formazioni sociali che si trovano all’interno dello spazio territoriale o della zona di sicurezza di quella che era l’URSS e le sue alleanze. Anche i paesi che potrebbero consolidare la Via della Seta cinese.

Per quanto riguarda lo stesso continente americano, recentemente, gli USA hanno promosso colpi di stato giudiziari, con l’intervento delle forze poliziesco-militari, in Paraguay, Brasile, Bolivia e Honduras. Hanno distrutto quasi tutta l’America centrale (che hanno ripetutamente invaso o vi hanno compiuto colpi di stato nel XX secolo), con guerre di controinsurrezione, bande paramilitari, promozione di Stati del terrore e bande criminali armate ovunque, ottenendo un brutale impoverimento delle popolazioni che ora si trasformano in carovane di migranti, masse disperate in fuga dalla miseria e dalla morte.

In questa strategia di morte sono incluse le cosiddette guerre di quarta generazione o “ibride”, che combinano l’uso della pressione politico-economica, le “sollevazioni popolari” e il terrorismo nelle sue diverse espressioni (operazioni sovversive, azioni clandestine e di falsa bandiera, guerra per delega …), compreso il ricorso a forze armate irregolari e reti terroristiche promosse o create ad hoc. Vengono utilizzati anche la propaganda mediatica, la cibernetica e lintelligenza artificiale. In gran parte con il prezioso aiuto della Gran Bretagna e della sua BBC.

Tutto questo in un contesto storico di declino capitalista, di crisi strutturale sistemica senza prospettive di ripresa sostenuta.

Abbiamo, quindi, un capitalismo degenerativo più una potenza egemone in declino: una situazione perfettamente esplosiva. Soprattutto se si considera che questo potere si rifiuta di essere superato ed è diventato un mostro che si ribella contro tutto, compresa la propria popolazione, sempre più parte della quale rimane al di fuori dei minimi diritti di cittadinanza [un pericolo per il mondo come già è stato detto in Stati Uniti contro il mondo (e contro se stesso) – Dominio público (publico.es)].

Ma c’è anche un attore non protagonista, ugualmente triste e vigliacco: l’UE. Questo sovra-Stato, paradigma del quadro istituzionale del capitalismo finanziarizzato, ha deciso di seguire con sottomissione tutti i piani del decadente egemone, anche a costo dei suoi interessi vitali. Gli uni e gli altri stanno facendo delle sanzioni politico-economiche la loro ragione principale contro i paesi emergenti che non possono più dominare con il “mercato libero”. Unarma da guerra sporca.

I leader dell’UE affermano che queste sanzioni servono a far rispettare i diritti umani. Sarebbe da ridere se dietro a ciò non ci fossero così tanta morte e dolore.

Se vogliono sanzionare qualcuno per non aver rispettato i Diritti Umani, hanno lì gli Stati Uniti per le azioni descritte.

Se vogliono un caso come quello di Navalnji, ma questa volta vero, hanno lì Assange, perseguitato, imprigionato e torturato per aver denunciato con prove i crimini USA (con il silenzio travolgente e la complicità della maggior parte della “stampa libera occidentale”). Se vogliono parlare di torture, ecco lì Guantanamo (oltre alle decine di centri di tortura “clandestini” che gli USA mantengono in tutto il mondo, a volte a bordo di navi da guerra). Ma sembra che la servile leadership europea non arrossisca quando trova scuse.

Disperate di fronte al caos sistemico che generano, compresa la debacle economica, e di fronte alla loro innegabile incapacità di salvaguardare persino la salute delle loro popolazioni di fronte all’attuale pandemia, le élite del capitale globale hanno annunciato nellultimo World Economic Forum, il Grande Riavvio del capitalismo.

Una svolta verso la perdita di democrazia, il controllo della popolazione, la precarizzazione dei mercati del lavoro, limpoverimento generalizzato e il deterioramento ambientale. Le stesse élite lo annunciano come la convergenza dei sistemi economici, monetari, tecnologici, medici, genomici, ambientali, militari e di governo.

In termini economici e di politica monetaria, il Grande Riavvio implica un consolidamento della ricchezza, da un lato, e la probabile emissione di un reddito di base universale, dall’altro, per “mantenere” le popolazioni senza lavoro. Potrebbe includere il passaggio a una moneta digitale, con una centralizzazione dei conti bancari e delle Banche, una tassazione immediata in tempo reale, tassi di interesse negativi (addebitare sempre di più se si tiene denaro in Banca) e una sorveglianza e un controllo centralizzato della spesa e del debito.

Il Grande Riavvio significa anche l’emissione di passaporti medici, presto digitalizzati, in cui si trova la storia medica, la composizione genetica e lo stato delle malattie. Il Covid-19 sta fornendo un allenamento ideale affinché le popolazioni accettino cose del genere. Il Grande Riavvio accentua anche la guerra come strumento economico, geostrategico e di relazioni internazionali, soprattutto contro Russia e Cina.

Ovviamente, ciò che sta provocando al momento, per reazione, è un maggiore avvicinamento tra questi due paesi, che stanno anche cercando di tessere una diplomazia costruttiva come contrappeso al caos. La Cina ha appena stretto legami strategici con l’Iran; ha proposto un coordinamento con i paesi arabi, invitando anche la Turchia a rivolgersi verso l’Asia, e mostrando all’India l’interesse della Via della Seta, basata sul commercio, sull’economia produttivo-energetica e, in ultima analisi, sul beneficio reciproco. La Russia è una potenza energetica, un fulcro già inevitabile dell’Eurasia.

Purtroppo, tutto indica che l’UE ha deciso di suicidarsi a fianco dell’egemone in declino. Scendere nello stesso scarico della storia come lui. Ciò significa che la diplomazia “occidentale” è sempre più confinata in azioni di guerra. Cioè, nega se stessa come “diplomazia”. Una “strategia” folle che si avvicina precipitosamente al confronto militare e mette a rischio l’intero pianeta. Una nuova “Guerra Fredda” con sempre più possibilità di diventare calda e che si nutre delle stesse popolazioni europee vittime di un’altra guerra che inseparabilmente accompagna quella precedente: la guerra di classe.

* sociologo, professore dell’Universidad Jaume I de Castellón

https://observatoriocrisis.com/2021/04/07/crece-el-peligro-de-guerra/

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