Questa mattina alle ore 8, ingenti forze di Polizia e Carabinieri hanno avviato lo sgombero della palazzina occupata in Via Achillini.
In questa palazzina sottratta alla speculazione privata dal mese di maggio, sono presenti 4 nuclei familiari con diversi minori che si vedono così sottrarre l’unica possibilità di avere un tetto sulla loro testa.
Lo sgombero è avvenuto in conseguenza di una incredibile ordinanza del Tribunale di Bologna, nella quale si ipotizza una <<astratta configurabilità del reato>> in quanto alcune <<persone sembrano avere anche organizzato incontri e attività parapolitiche>>.
In poche parole, si tratta di un’astratta ipotesi di reato e, soprattutto, si agisce preventivamente in termini repressivi contro coloro che esprimono la necessità di occupare stabili sfitti da anni quando non si ha altra alternativa che vivere in strada.
Un reato d’opinione che si reprime preventivamente. Una cosa inaudita!
E’ evidente che ci troviamo di fronte ad un innalzamento del livello repressivo nei confronti di chi rivendica e pratica la difesa e l’acquisizione dei più elementari diritti di civiltà, come il diritto ad abitare.
L’inaccettabile principio della repressione preventiva l’abbiamo visto messo in pratica nei confronti degli studenti nel corso delle recenti manifestazioni e lo vediamo propagandato dal Ministro Cancellieri che invoca il cosiddetto DASPO e nelle sue continue, allarmistiche, dichiarazioni pubbliche sul pericolo di una situazione di conflitto da parte dei lavoratori e delle famiglie che stanno subendo gli effetti della crisi economica.
Oggi, a farne le spese, nella la nostra Città, sono le famiglie di Via Achillini.
Tutti i sinceri democratici dovrebbero indignarsi di fronte alle motivazioni addotte dal Tribunale di Bologna.
Appuntamento per tutti oggi alle ore 16.00 in P.zza Roosevelt.
Federazione USB Bologna
ASIA-USB
Oggi alle 16.00 presidio in prefettura per rispondere allo sgombero dell’occupazione di via Achillini. Abitare è un diritto non un crimine!
Oggi scendiamo in piazza perché è inaccettabile la situazione che si è creata. Questa mattina le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nello stabile occupato da 6 mesi.
È inaccettabile ormai il problema della casa, e della perdita dell’alloggio che tocca decine di migliaia di persone. Solo gli sfratti per morosità eseguiti sono oltre 1000 a Bologna, e non viene contato chi abbandona l’alloggio, chi non ha il contratto d’affitto, o chi non ce l’ha mai avuto, come sempre più spesso accade. Chi vive a Bologna sa quante persone siano “ospiti”, conviventi, abitano in cantine, soffitte, negozi e garage. C’è sempre più gente che richiede dormitori e soluzioni provvisorie ed emergenziali e non riesce poi ad uscirne. In tutto questo non è stata presentata alcuna soluzione credibile fino ad ora, che sappia affrontare il problema nella sua quantità. Addirittura lo stesso Governo, dopo aver emanato un mirabolante “Piano per le città” con cui si dovrebbero prevedere interventi mirati alla realizzazione di edilizia pubblica ha ammesso che si tratta di un granello di sabbia nel deserto. Noi aggiungiamo che si tratta, inoltre, di un regalo ai costruttori per rimpinguare le loro tasche. Il comune di Bologna, essendo in prima fila nell’applicazione delle politiche di rigore, sta seguendo questa linea e non è in grado di fornire soluzione all’enorme richiesta di alloggi pubblici e con affitti a portata dei redditi dei lavoratori.
È inaccettabile soprattutto la motivazione dello sgombero. Si tratta di un sequestro ordinato dal GIP, motivato dal fatto che all’interno dello stabile, oltre ad abitare, le persone organizzano momenti e riunioni “parapolitiche”, e per questo si sequestra preventivamente lo stabile per impedire futuri reati.
Via Achillini in questi mesi è stata un punto di riferimento per tante persone che hanno lottato con noi, che hanno il problema della casa, e che hanno trovato in questa occupazione una possibilità per organizzarsi ma anche informarsi, conoscere e capire. Questo pericolosissimo concetto, che siamo sicuri sia un messaggio ben preciso, significa che oggi non è possibile neanche parlare di questo diritto, e tanto meno praticarlo.
Rivendichiamo il percorso portato avanti fino ad oggi, e vogliamo giungere immediatamente ad un confronto anche con le istituzioni su questa situazione.
Rivendichiamo le nostre posizioni sull’esigenza di riutilizzo del patrimonio pubblico inutilizzato e in vendita, della requisizione del patrimonio privato sfitto, di un vero piano di edilizia pubblica e popolare, del blocco di sfratti, sgomberi e pignoramenti.
Rivendichiamo di organizzarci e lottare per il diritto alla casa, perché partiamo dai bisogni delle persone e non dal profitto e dalla rendita.
Il diritto alla casa non si ferma!
As.I.A.
Associazione Inquilini e Assegnatari-USB
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