L’Unione Sindacale di Base esprime solidarietà ai lavoratori che operano nello scalo aeroportuale di Fiumicino, lasciati soli dalle aziende alla mercé di passeggeri infuriati per lo stato catastrofico in cui versa il primo hub italiano dopo l’ultimo incendio della pineta di Focene ed il black out protrattosi ieri per alcune ore.
Dipendenti dei check in e dell’area passeggeri di molti dei vettori che hanno cancellato i propri collegamenti sono stati insultati e aggrediti, mentre svolgevano turni di lavoro massacranti per assicurare informazioni e presenza sostenendo, ancora una volta, una situazione straordinaria.
Lavoratori perennemente in sotto organico, vittime anche dell’inefficienza di un aeroporto non gestito, che ha aperto al traffico low cost abbassando il livello delle prestazioni e servizi a tutti. E’ di queste ore la notizia che, a fronte di tali problemi, la maggiore compagnia aerea italiana minaccerebbe di lasciare lo scalo.
Dopo che l’incendio del 7 maggio ha devastato il molo D e il terminal 3, l’aeroporto è ancora in parte inagibile. Si sconta l’assurdo ritardo con cui si sta procedendo alla pulizia e all’agibilità delle zone interdette dall’autorità, con lavoratori che continuano a denunciare malori anche gravi in un ambiente inquinato dalle diossine: in questa situazione ogni granello di sabbia inceppa la catena di un meccanismo già compromesso, figuriamoci un secondo incendio e un black out.
L’USB, ancora una volta in prima linea a denunciare le irregolarità, i ritardi e le inadempienze, chiede che il Presidente del Consiglio si occupi di vedere com’è gestito questo scalo ed intervenga immediatamente, togliendo dalla luce dei riflettori chi lavora e non alcuna responsabilità del caos di Fiumicino.
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