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L’inferno dei lavoratori nella logistica. Conferenza stampa davanti alla Gls di Piacenza

Conferenza stampa questa mattina davanti al magazzino Gls di Piacenza (guarda il VIDEO).

Il presidente del consorzio dei servizi (finito in carcere nei giorni scorsi) aveva chiesto alla camorra di fornirgli picchiatori e crumiri contro i facchini organizzati con la Usb in sciopero. Questo avveniva il 24 febbario del 2016. Le foto mostrano il volto di un lavoratore, Harbi, dopo l’aggressione subìta. In un altro cartello c’ l’automobile di un altro lavoratore, Issa, vandalizzata.

Da anni l’Usb denuncia l’infiltrazione della malavita organizzata e del caporalato nei magazzini della logistica. Alla Gls, 38 lavoratori che hanno scioperato contro il pestaggio di tre loro colleghi il mese scorso, hanno ricevuto dalla società del presidente arrestato due giorni, decine di contestazioni disciplinari e oggi rischiano il posto di lavoro.

Stessa sorte per altri lavoratori della Tnt in lotta per il reintegro di un loro compagno, Saad, licenziato perché iscritto all’Usb. In questo stesso inferno sono passati i facchini di Leroy Merlin, e la lista potrebbe continuare a lungo.

L’Usb individua nel sistema degli appalti, nelle filiere in cui le multinazionali si nascondono dietro un opaco e insano gioco di intermediazione di manodopera, il vero problema. Società farlocche e cooperative spurie nascondono una realtà fatta di precarietà per ricattare e sfruttare fino allo sfinimento i lavoratori.

La catena degli appalti e dei subappalti è la dorsale lungo la quale si sviluppa lo schiavismo del terzo millennio.

Nell’anno nuovo abbiamo chiesto al ministro del Lavoro Di Maio di incontrarci. Abbiamo alcune idee su come uscire da questo gorgo: chiudere il sistema degli appalti e delle finte cooperative può voler dire meno mafia, meno evasione fiscale e contributiva, più diritti e dignità per i lavoratori, un Italia più civile. Schiavi mai!

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