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Un sindacato adeguato per rispondere alla destrutturazione sociale “della nostra gente”

Spirito combattivo, qualità della discussione e molte idee sul prossimo futuro: è questa la sintesi della due giorni di Livorno organizzata dalla Federazione del sociale ed ospitata nel centro sociale ex-Caserma di via Adriana.

Alle relazioni su quattro distinti temi (gli aspetti penali della legge Salvini, la questione del reddito di cittadinanza, il lavoro povero e le trasformazioni del terzo settore) si sono affiancati diversi interventi che hanno arricchito la discussione di suggestioni ed esperienze concrete. La presenza e gli interventi di compagni di Noi Restiamo, di alcune compagne di Non una di meno, della Coalizione migranti e sans papier, dell’ex-Opg di Napoli e di Potere al Popolo di Civitavecchia ha allargato il confronto ad esperienze e percorsi che la Federazione del sociale sta incrociando sulla sua strada.

Diversi gli spunti che sono emersi. Attorno alla relazione sul reddito, che ha evidenziato come la misura che il governo si appresta a varare rientri perfettamente nel solco del workfare di stampo ordoliberista, è stata messa a fuoco dai compagni di Napoli la vicenda dei Lavoratori di pubblica utilità, che proprio in questi giorni stanno cercando di ottenere il rinnovo del loro contratto. L’avvio del Reddito dovrà trovare la nostra organizzazione in grado di promuovere la mobilitazione di questo nuovo settore di lavoro povero, sul terreno dell’internalizzazione e del riconoscimento come veri lavoratori. E’ stata richiamata la concomitante manifestazione dei disoccupati a Palermo e la necessità di favorire la nascita di un movimento meridionale che sappia intercettare le tante aspettative suscitate dal governo, destinate a rimanere in gran parte deluse.

Sulla questione del lavoro povero si sono poi sviluppati diversi filoni di ragionamento. I compagni di Massa hanno presentato i primi passi della vertenza sui bagnini ed i lavoratori stagionali degli stabilimenti balneari, ed immediatamente è scattata la suggestione che il meccanismo sia riproducibile in tante altre parti del paese, visto che l’Italia è un paese con migliaia di km di costa e decine di migliaia di giovani lavoratori precari impiegati nelle attività balneari. I compagni di Civitavecchia hanno invece presentato un’inchiesta sul lavoro giovanile nell’alto Lazio (comuni di Cerveteri, Bracciano e Civitavecchia) e su come questo strumento stia consentendo di avvicinare decine di giovani lavoratori accomunati dalla precarietà ma anche dalla necessità di un sindacato attento alla loro condizione. La relazione introduttiva, dell’avvocato Mancuso, ha inoltre suggerito alcune suggestioni sul caporalato, che non può essere ridotto al solo settore agricolo ma che investe purtroppo molta parte del sistema lavorativo, e sullo sciopero come diritto soggettivo del lavoratore, agibile anche quando i dipendenti dell’azienda sono pochi o si riducano ad un solo lavoratore.

Proprio attorno alla questione dello sciopero si è sviluppato il ragionamento prodotto dalle compagne di NUDM e la discussione ha portato a concepire il prossimo appuntamento dell’8 marzo come una grande opportunità di crescita dell’azione sindacale a partire dall’attenzione crescente sulle discriminazioni di genere. L’assemblea nazionale dell’USB a Roma per il prossimo 19 gennaio, dedicata a questo tema, è stata richiamata come momento importante nel quale la Federazione del sociale porterà la sua proposta di fare dello sciopero di marzo un appuntamento “vero” di sciopero generale per tutta l’organizzazione.

L’intervento dei compagni della logistica e poi quello di Kamara, uno dei protagonisti della marcia di Cona, hanno poi centrato l’attenzione sul lavoro migrante, un’altra delle facce del lavoro povero, mettendo in evidenza come sia cresciuta ormai una nuova leva militante migrante, in grado di contribuire allo sviluppo dell’organizzazione sindacale con l’originalità e la carica di entusiasmo che i movimenti migranti portano nel nostro contesto. E’ stata richiamata la riunione di gennaio, nella quale si riprenderanno le fila della manifestazione del 15 dicembre e si discuteranno i prossimi passaggi di lotta.

La relazione sul terzo settore ha infine completato il quadro delle trasformazioni che stanno investendo quella parte del mondo del lavoro sul quale si concentrano le attenzioni della Federazione del sociale. Il tema è stato affrontato sia dal punto di vista della crescita quantitativa del settore, conseguenza evidente dell’aumento della povertà, sia dal punto di vista dell’incremento della logica del profitto nella gestione di questo settore dell’economia. Gli interventi successivi sono tornati sul tema della “femminilizzazione” del lavoro ed anche sulla questione dei posti di lavoro che si perderanno nel settore dell’accoglienza e sulla necessità di sviluppare la vertenza nazionale con questi lavoratori.

Nel dibattito però si sono dati molti spunti di connessione tra le diverse sezioni in cui era stata organizzata la discussione. Intanto il tema della battaglia generale sull’occupazione, che è stata richiamata più volte, anche in considerazione dello slittamento a novembre 2019 dei nuovi ingressi nella P.A. annunciato in queste ore dal governo Conte. Su questo argomento è stata molto apprezzata la relazione dei compagni dell’Abruzzo su ambiente e occupazione, che ha inquadrato il tema dell’economia green su scala globale e come la questione dei disastri ambientali si intrecci con la vicenda globale dei cambiamenti climatici (e dei vertici mondiali su tali temi). E’ stato poi segnalato un convegno/assemblea in preparazione per fine gennaio a Pescara assieme a diverse associazioni ambientaliste, organizzato anche per cogliere il particolare momento della regione, visto che a febbraio ci saranno le elezioni.

I compagni di Noi Restiamo hanno poi ripreso il tema del ruolo assegnato all’Italia nella divisione internazionale del lavoro dentro la gabbia dell’UE, dando una spiegazione del perché molti giovani decidano di emigrare e di come si vada modificando l’assetto produttivo del nostro paese.

Interessante è stata poi la discussione sul ruolo che devono avere gli sportelli e di come vada evitato che assumano una funzione passivizzante. I compagni dell’ex-Opg di Napoli hanno portato la loro esperienza e in particolare la campagna contro il lavoro nero che ha favorito l’approvazione di una delibera comunale sul lavoro nelle strutture che ottengono la concessione di suolo pubblico dall’amministrazione comunale.

Anche i compagni di Viterbo hanno portato il loro contributo, segnalando il prezioso libro che hanno appena pubblicato, dedicato alla sicurezza sul lavoro, e che rappresenta uno strumento di lavoro sul campo per chi vuole costruire organizzazione sindacale conflittuale e indipendente.

Nella discussione ci sono stati poi diversi altri interventi da Roma, da Bologna, dalla Piaggio di Pontedera ed altri ancora.

Nelle prossime settimane le relazioni e gli interventi saranno riprodotti in forma scritta e messi a disposizione di tutti. La sensazione di soddisfazione per il lavoro svolto assieme, che è stata condivisa da tutti i partecipanti, ci riconsegna l’immagine di una parte importante dell’USB in crescita e soprattutto assai vitale, in grado di trasmettere una spinta ancora più forte allo sviluppo della nostra azione.

Un grande abbraccio a tutti i compagni e alle compagne di Livorno che hanno reso possibile con il loro impegno la realizzazione dell’iniziativa.

Federazione del sociale USB

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