Giornali e tv avevano parlato di “conflitto a fuoco davanti a un posto di blocco”. Così il rom 21enne Andrea Adzovic avrebbe trovato la morte per mano della polizia dopo aver compiuto una rapina in una tabaccheria di Santa Maria Capua Venere, nel napoletano. Adesso però, la procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagato sei poliziotti, con l’accusa di omicidio volontario, anche se il tutto potrebbe essere presto derubricato in eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi ed, eventualmente, in falso in atto pubblico per la manomissione dei verbali sull’episodio. Dai primi accertamenti, infatti, sarebbe emerso che i rapinatori non avessero con sé alcun tipo di arma.
I fatti risalgono a giovedì scorso, quando alle 5 del mattino una Opel Kadett grigia con a bordo quattro persone non si sarebbe fermata a un posto di blocco, con le forze dell’ordine che successivamente avrebbero aperto il fuoco e ucciso Adzovic. Nei verbali, però, si è parlato di “sparatoria”, con tanto di tentativo di speronamento della macchina della polizia. Tre agenti, infine, avrebbero riportato lesioni di lieve entità.
I sei uomini in divisa in servizio al posto di blocco del 10 chilometro dell’Asse Mediano hanno ricevuto l’avviso di garanzia alla vigilia dell’autopsia sul corpo del ragazzo, in modo da poter nominare per tempo dei periti di parte che partecipino all’esame. Gli inquirenti puntano a capire con precisione chi è stato a sparare, visto che gli agenti hanno parlato di “diversi colpi di arma da fuoco”. Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche gli altri tre passeggeri della Opel Kadett.
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