Ci siamo. I “privilegiati” che hanno alla fine raggiunto la pensione verranno finalmente “tosati”… Stando al lessico governativo e imprenditoriale di moda in questi anni (con qualche non-genio di “ultrasinistra” che ogni tanto usa gli stessi termini senza rendersi conto di quel che dice) è questa la sorte che attende i pensionati per effetto della crisi economica e della riduzione del Pil nazionale.
Dovrebbe esser noto che le pensioni sono sottoposte a “rivalutazione” anno dopo anno, in base a dei coefficienti che prendono a misura di riferimento la serie storica di andamento del Pil. Diverse “riforme” (da Dini a Fornero, praticamente tutte) hanno progressivamente ridotto questa rivalutazione a zero o quasi, tranne che per gli assegni da fame (ben al di sotto dei 1.000 euro mensili), quando il Pil cresceva.
Quest’anno, però, e da tre anni consecutivamente, il Pil scende; quindi la rivalutazione sarà addirittura negativa. In pratica, i pensionati riceveranno nel 2015 un assegno mensile con una cifra più bassa di quella percepita nel 2014. Sia chiaro: non stiamo parlando delle “pensioni d’oro”, ma di tutte le pensioni in essere, anche quelle minime.
Qualcuno potrà dire che in fondo non si tratta di una grande riduzione: il coefficiente di rivalutazione questa volta sarà -0,1927, in pratica due euro in meno su mille. Ma è un segnale di quel che potrà avvenire in futuro, anche perché l’andamento dei prezzi non è affatto al ribasso proprio per i generi di prima necessità (il “menu dei pensionati”), né per le tariffe in genere (acqua, luce, gas, rca auto, ecc), né per le tasse (Imu, rifiuti, canone, ecc).
Non è neppure la prima volta che accade: ma l’unico precedente è l’anno della “riforma Dini”, il 1995.
Se ci aggiungiamo la corbelleria del Tfr in busta paga – che, anche se sarà in vigore per pochi anni, potrà ridurre gli assegni pensionistici dei lavoratori oggi in servizio di un ulteriore 15-20% (anche gli attuali giovani diventeranno anziani) – si può tranquillamente dire che le attuali politiche economiche perseguono l’obiettivo della “riduzione della spesa” mediante la “riduzione della popolazione vivente”.
Saremo retrò, ma a noi sembra un crimine… E a voi?
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gino
la rivalutazione negativa delle pensioni riguarda il montante contributivo di chi sta maturando la pensione, non riguarda chi la pensione già la percepisce. Per chi già la percepisce l’indicizzazione è legata al costo della vita e non al PIL.
Gino