Nessun silenzio-assenso per gli scavi dei tunnel a Firenze, scrive a Idra la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea. “Quanto a lungo ancora si potrà considerare affidabile un’azienda che gestisce denaro pubblico e informa le istituzioni disinformandole?”, si domanda l’associazione di volontariato fiorentina Idra.
Non bastava la pubblicità che Trenitalia fa ai suoi ‘servizi’. Non bastava il quasi-azzeramento dell’offerta di treni intercity o regionali, anche su tratte brevissime come la Firenze-Bologna. Adesso, si aggiungono le dichiarazioni di FS-RFI S.p.A. sulle normative in materia di terre da scavo, di cui sono costellati i progetti TAV, dal nodo ferroviario di Firenze alla contestatissima Torino-Lione.
Non è stata una chiacchierata al bar fra amici. Era un incontro istituzionale: l’audizione, il 17 luglio scorso, dinanzi alle Commissioni consiliari congiunte “Ambiente e territorio” e “Infrastrutture, trasporti e viabilità” del Consiglio Provinciale di Firenze, del Responsabile Direzione Programma Investimenti Direttrice Nord-Centro di RFI, che rappresenta FS-RFI S.p.A. anche all’interno dell’organismo di garanzia ambientale denominato “Osservatorio Ambientale”, del quale fanno parte soggetti controllori (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze) e soggetti controllati (FS-RFI S.p.A., appunto).
Così si è espresso l’esponente di FS-RFI S.p.A.: “Non so se siete a conoscenza del Decreto, che è il Regolamento delle terre e rocce da scavo, che è stato firmato appunto dai ministri Clini e Passera ad aprile, è già passato in Consiglio di Stato, al momento è in Commissione Europea, e deve starci 90 giorni, per il silenzio-assenso; […] se entro il 6 agosto non perviene nessuna osservazione a questo Regolamento, il Regolamento ritorna ai Ministri che quindi lo rifirmano, e a quel punto il Decreto diventa valido, nel senso che viene pubblicato; e il Decreto dice che le terre e rocce da scavo di scavi fatti con TBM non sono rifiuti ma terre e rocce da scavo […], annullano la legge regionale e quindi consentono di avviare lo scavo”.
Ebbene, il capo unità dell’ufficio che si occupa di applicazione, coordinamento per le infrazioni e aspetti giuridici della Direzione Generale Ambiente a Bruxelles, Ion Codescu, ha scritto proprio in queste ore all’associazione Idra rispondendo a un quesito in proposito: “L’assenza di controdeduzioni da parte della Commissione europea sul progetto di regolamento predisposto dal Governo italiano in merito allo smaltimento delle terre e rocce da scavo, non significa che ad avviso della Commissione tale provvedimento sia compatibile con il diritto ambientale UE. Non è dunque configurabile alcun silenzio assenso in merito alla questione se il suddetto progetto di regolamento violi o meno il diritto ambientale UE”.
Una totale smentita delle ‘informazioni’ fornite da FS. “Mi preme infatti precisare – prosegue la nota di Ion Codescu – che il suddetto progetto di regolamento è stato notificato alla Commissione europea ai sensi e per gli effetti della direttiva 98/34/CE, volta a garantire il corretto funzionamento del mercato unico tra gli Stati membri dell’UE.
La Commissione ha deciso di non presentare controdeduzioni in quanto ritiene che tale progetto di regolamento non crei ostacoli alla libera circolazione delle merci nel mercato unico. Tuttavia, l’articolo 8, paragrafo 5, della direttiva 98/34/CE prevede esplicitamente che la mancanza di reazione della Commissione ad un progetto notificato da uno Stato membri nel quadro di tale direttiva non pregiudica la decisione che la stessa Commissione potrebbe prendere nel quadro di altri atti comunitari.
Pertanto, se questi servizi giungeranno alla conclusione che il suddetto progetto di regolamento possa essere incompatibile con la direttiva 2008/98/CE sui rifiuti e qualora le competenti autorità italiane adottino effettivamente tale regolamento, la Commissione assumerà le iniziative necessarie per garantire il rispetto del diritto ambientale UE da parte della Repubblica italiana, inclusa, ove necessario, l’apertura di una procedura d’infrazione”.
A seguito della precisazione ricevuta, Idra ha inviato a Bruxelles la trascrizione integrale della parte di intervento del rappresentante di FS-RFI davanti alle Commissioni riguardante il capitolo delle terre e rocce da scavo, con una nota aggiuntiva alla denuncia trasmessa il 16 luglio scorso: “Nessun membro delle Commissioni, per quanto è dato ricavare dall’ascolto del file audio, ha avuto da eccepire o da mettere in dubbio alcunché in relazione alle affermazioni relative alla pretesa procedura del ‘silenzio assenso’, né in relazione alla ‘notizia’ che ne scaturisce.
Nessun’altra voce istituzionale risulta a noi essersi levata a chiarire i termini della questione: non abbiamo registrato smentite ufficiali delle dichiarazioni di FS-RFI S.p.A. da parte delle istituzioni pubbliche, Regione Toscana in testa, che pure si ritiene debbano essere a conoscenza delle procedure di validazione, approvazione e/o autorizzazione nei rapporti fra Stato italiano e Comunità europea. Puntualmente, i media hanno riportato il 10 e 11 agosto la ‘notizia’ del ‘via libera dalla UE’. Confidiamo dunque che la Commissione esamini con cura e solerzia i contenuti del Regolamento proposto dal governo italiano. Abbiamo già avuto modo di segnalare le conseguenze nefaste che potrebbero derivare dall’applicazione del Regolamento stesso, del quale paventiamo quella che a noi appare la persistenza di tratti di soverchia generosità in fatto di tolleranza dei fattori inquinanti, e di pericolosa genericità quanto alle metodologie di accertamento delle qualità ambientali”.
L’associazione toscana teme una ricaduta perniciosa che possa estendersi, in assenza di un tempestivo intervento della Commissione Europea, anche agli altri teatri delle cosiddette ‘grandi opere’ progettate in Italia, laddove sono in gioco volumi ciclopici di terre da scavo. “Pensiamo ad esempio – scrive Idra al Commissario – al progetto di sottoattraversamento alpino per la TAV Torino-Lione, avversato anche per numerosi altri motivi strettamente ambientali dalle popolazioni residenti”.
E così conclude: “Abbiamo ritenuto opportuno allegarLe, appena realizzata, la trascrizione integrale dell’intervento dell’esponente di FS-RFI S.p.A. nella parte di audizione in cui si illustra appunto – nella sede istituzionale della Provincia di Firenze – la materia delle terre e rocce da scavo, e le notizie stampa che ne sono scaturite. La Commissione potrà così avere un quadro più esauriente del contesto nel quale si gestiscono, in Italia, questioni ambientali così delicate. Colpisce in particolare la preoccupante sinergia fra disinformazione istituzionale da una parte, distrazione politica e amministrativa dall’altra. Un ulteriore motivo per rinnovare l’invito a una disamina tempestiva e inequivoca della materia proposta all’attenzione della Commissione, prima che i paventati danni, ambientali ed economici siano divenuti irreparabili. I media annunciano infatti come imminente la pubblicazione del Regolamento a firma Clini-Passera sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana”.
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