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Roma, raduni e marcette. I fascisti ci riprovano

La fascisteria torna a marciare su Roma. O almeno a provarci. Due appuntamenti in due settimane, nel tentativo di emergere dalla palude dell’ininfluenza in cui l’estrema destra è sprofondata in Italia da qualche anno. Un occhio alla ‘memoria storica’ e un altro, invidioso, a quelli di Alba Dorata, recentemente entrati nel parlamento greco.
Sabato 10 novembre, a Piazza Risorgimento, si vedranno quelli del Movimento Sociale per l’Europa, capitanati dalla vecchia gloria della destra romana, Giuliano Castellino. All’appello hanno subito risposto alcune sigle che, lo scorso febbraio, parteciparono a un incontro per “liberare il continente dalle oligarchie finanziarie” in quel di Prati, sempre a Roma: Corsica Patria Nostra (Corsica), Euro-Rus (Fiandre), Nation (Belgio francofono), Patria Hellas (Grecia) e Troisieme Voie (Francia). Tutti uniti, questa volta, al grido di “Euroribellione”.
Piazza Risorgimento è un luogo carico di significati per i neofascisti: qui, il 28 febbraio del 1975, perse la vita Mikis Mantakas, figlio di esuli antifascisti greci ma iscritto al Fuan (organizzazione universitaria neofascista), ucciso a colpi di pistola durante scontri con giovani di sinistra a poca distanza dalla sede di Prati del Movimento Sociale Italiano. 
“Marcerà chi non riesce a convincersi che il mondialismo ed il capitalismo siano gli unici destini del mondo – si legge nel comunicato del corteo stilato dal Mse –. L’Europa sta morendo e la sua burocrazia la sta strangolando per servire i poteri forti, quei poteri che stanno dietro e si nascondono. Un nemico che non si mostra ma che nega il futuro a milioni di persone. Il 10 saremo per le strade a Roma per gridare che la nostra Europa non è morta, è viva, si ribella nelle strade di Atene e di Madrid, non si arrende ed ha ancora il coraggio di rischiare. Siamo coloro che lottano affinché vinca un’altra Europa, quella della Civiltà, quella della giustizia sociale, quella libera dall’usura internazionale e dalle catene dell’occupazione americana.. Perché solo dimostrandoci più europei possiamo combattere e vincere l’Europa di carta che c’è stata imposta. A questa prigione che chiamano libertà noi opponiamo ciò che in queste terre abbiamo da millenni e loro non avranno mai: una Patria”.
La consueta accozzaglia di frasi sconnesse ammiccanti alla ribellione in cui si mescolano un anticapitalismo di maniera e complottismo che ha sempre caratterizzato il messaggio dell’estrema destra. 
Ma la galassia neofascista è divisa, e rissosa, e quindi gli appuntamenti romani sono distinti. Il 24 novembre, infatti, ha annunciato la sua discesa in piazza anche Casapound. I fascisti ‘movimentisti’ stanno cercando di organizzare un “No Monti Day” di estrema destra. Gli occupanti di via Napoleone III, in realtà, avrebbero volentieri sfilato all’interno del corteo che ha invaso Roma il 27 ottobre. Una proposta oscena rispedita subito al mittente e che avrebbe ricevuto un’accoglienza tutt’altro che amichevole da parte delle migliaia di manifestanti. Così, ecco apparire su Facebook i primi manifesti. “Italia in marcia” s’intitola l’evento, con un richiamo più che evidente a un’altra “camminata” che, tragicamente, fece la storia di questo paese. Era il 28 ottobre del 1922, e da lì cominciò il ventennio fascista.

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