Una manifestazione ufficialmente “soltanto” in memoria degli antifascisti caduti durante la Resistenza sui Castelli Romani, la ragione per cui Albano porta con orgoglio la sua medaglia d’argento. Ma soprattutto perché qui, il 15 ottobre scorso, era scoppiata una protesta assolutamente spontanea e di popolo in occasione dei funerali, poi annullati a furor di popolo, dell’ex capitano delle Ss Erik Priebke.
Non a caso ad aprire il corteo, indetto dall’Anpi locale, un furgone con lo striscione “Priebke Boia”, seguito dallo stendardo “Castelli Romani antifascisti, ora e sempre Resistenza”.
Oltre un migliaio di antifascisti hanno scandito slogan e cantato canzoni partigiane. Fra i presenti, il sindaco di Albano Nicola Marini, l’unico rappresentante delle istituzioni che quel giorno aveva fatto il proprio dovere, vietando la cerimonia ma venendo subito scavalcato dal prefetto di Roma, Pecoraro. Presenti anche le rappresentanze di Genzano e Castelgandolfo, altri comuni protagonisti assoluti della guerrriglia contro i fascisti e i tedeschi su questi colli alle porte di Roma.
“Se qui è accaduto tutto ciò, – ha spiegato il segretario dell’Anpi locale, Ennio Moriggi – è dovuto alla disponibilità di una confraternita cittadina che non è riconosciuta dal Vaticano e che ha preso una decisione irresponsabile. Spero si prenda atto che non è gradita e se ne vada. Ma anche il prefetto Pecoraro, secondo noi ha sbagliato, bene hanno fatto i deputati a chiederne le dimissioni. Mai permetteremo qui ad Albano raduni come a Predappio. Il corteo di oggi dev’essere pacifico, vogliamo arrivare tranquillamente a piazza della Costituente”.
Momenti “frizzanti” quando il corteo è passato davanti a una palestra che dal megafono piazzato sul furgone è stata indicata come luogo di “addestramento” dei neofascisti locali. E infatti una testa di c… è uscita dall’edificio facendo il saluto romano. Solo un cordone di poliziotti e il servizio d’ordine antifascista ha evitato che la provocazione avesse seguito.
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