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“I migranti? Ne ammazzerei cento alla volta”

Tutto cominciò con Tangentopoli, quando “la politica” venne travolta, la “fiducia degli italiani” venne fatta riversare sulla magistratura e la legge (due prodotti derivati, non due fondamenti) e infine la società civile pretese di “scendere” in politica.

il primo pensiero davanti a una notizia come sempre al limite tra i terrificante e l’idiota.

Un tale – Fabrizio Florestano, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia a Ferrara – usa come tutti facebook per dire quel che penserebbe se ne avesse la possibilità: “Certo, io ne prendo 100 alla volta: tempo di sparare per farli cadere in una buca e me ne date altri 100. In una giornata ne faccio fuori quanti ne sbarcano”. Parla della “soluzione finale” per gli immigrati e spaventa anche i suoi capi nazionali (Meloni, La Russa, ecc, ex fascisti urlatori da talk show che molto hanno lavorato per produrre lobotomizzazione di massa), che lo sospendono dal partito.

Mr. Florestano, al contrario di quel che avviene di solito, non si scusa, non cancella, non si mostra fintamente pentito. Cerca al massimo di minimizzare: ha spiegato di non capire come “una battuta pubblicata come risposta su Facebook al post di un mio amico potesse avere tutto questo risalto e che per quelle parole potessi essere sputtanato su tutti i giornali. Era una battuta e come tale deve essere intesa. Qualcuno a sinistra ha deciso di strumentalizzarla per motivi politici senza considerare che la sua parte politica fa battute pesanti piene di odio e violenza nei confronti dei militanti di destra”.
Seguono interviste ai quotidiani locali, inimmaginabili fesserie sui migranti “che ricevono ogni assistenza mentre gli italiani perdono la casa, non arrivano a fine mese e dormono nelle auto”, vaniloqui vari.

Che c’entra Tangentopoli e la “società civile”, dite voi? Beh, diciamo che la classe politica precedente, figlia della guerra mondiale e del necessario compromesso – in Italia – tra l’appartenenza all’area Nato e la presenza di un terzo del popolo che di identificava nel comunismo (senza infilarci in lunghe discussioni sulla vera natura del Pci), aveva dovuto sviluppare un codice linguistico e morale, un immaginario popolato di cose ammissibili e altre vietate. Non che non passassero nella testa della “gente” (pardon, della “società civile”) le stesse idiozie fasciste che più sopra abbiamo registrato. Ma non si potevano dire o scrivere in pubblico, non ci poteva fare campagna elettorale (non si veniva ospitati nei talk show d’allora, comunque si chiamassero).

Al contrario oggi chiunque si sente in dovere di spararla – letteralmente, secondo mr. Florestano – più grossa di quel che ha sentito. Un po’ come le vecchie comari al mercato, che una racconta uno sguardo ammiccante a una ragazza e nel passaparola quello sguardo diventa un’orgia. Salvini si diverte con le ruspe? E io gli faccio concorrenza usando direttamente il fucile… Tra una settimana qualcuno rispolvererà le camere a gas per “farne fuori mille alla volta”.

I talk show sono tutti uguali, di una noia mortale. Per tenere su l’audience hanno bisogno di urlatori e parole forti, di frasi choc, semplici da mandare a memoria. La soglia del permesso si abbassa continuamente. Ma invece di produrre più libertà fa crescere mentalità dittatoriali o, per i più corti di pensiero, da serial killer (“io ne prendo 100 alla volta: tempo di sparare per farli cadere in una buca e me ne date altri 100. In una giornata ne faccio fuori quanti ne sbarcano”).

Avete voluto che ognuno potesse “dire la sua”? Eccoveli… 

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