Si è appena conclusa la due giorni romana di Potere al Popolo! Due giorni ricchissimi, che hanno visto partecipare migliaia di persone, di giovani, di donne, di sfruttati che in questi anni hanno pagato il costo della crisi e oggi vogliono prendere parola.
Duecentocinquanta persone hanno partecipato ai 5 tavoli di lavoro di sabato mattina con oltre 150 interventi (su Lavoro e redistribuzione della ricchezza; Ambiente e difesa del territorio; Mutualismo e sicurezza sociale; Questioni di genere, laicità e diritti; Unione Europea, guerra e internazionalismo).
Un migliaio, tantissimi i giovani, hanno poi partecipato allo spezzone di Potere al Popolo! nel grande corteo di sabato pomeriggio per la nazionalizzazione dei settori strategici, dietro lo striscione “Riprendiamoci quello che è nostro”.
E ancora 700 persone ieri mattina hanno riempito il Teatro Italia, che ha visto 50 interventi, dai report dei tavoli di lavoro alle 35 assemblee territoriali, passando per i racconti di esponenti di lotte o di esperienze internazionali come La France Insoumise.
Nemmeno un anno fa siamo nati dicendo: “se nessuno ci rappresenta, rappresentiamoci noi!”. Dopo undici mesi di lavoro intenso, passando per le elezioni politiche, per il lavoro sui territori, per l’apertura di Case del Popolo, per campagne e mobilitazioni in sostegno di lavoratori, migranti, contro le discriminazioni di ogni tipo, ce l’abbiamo fatta! Siamo riusciti a “fare tutto al contrario!”, a costruire un progetto che dà centralità ai suoi aderenti e alle assemblee, che non vive in funzione delle elezioni, che non si schiaccia sull’immediato, ma inizia a costruire il futuro, sperimentando, radicandosi fra le persone, cercando di cambiare innanzitutto le coscienze.
Con la campagna di adesioni che ha superato ogni aspettativa, coinvolgendo oltre 9000 persone, con il voto sullo statuto discusso per un mese in 70 assemblee territoriali e avvenuto per la prima volta con il ricorso a una piattaforma online, con il percorso costituente che vedrà a breve l’elezione di tutti gli organismi di coordinamento e di rappresentanza, Potere al Popolo! è ormai una realtà che esiste, con cui tutte le forze reazionarie di questo paese dovranno fare i conti.
Bisogna quindi organizzarsi velocemente per essere sempre più efficaci. La grave situazione sociale, politica, anche culturale e morale del paese non ci permette di perdere tempo, di essere timorosi. Dobbiamo attivarci, coinvolgere chi è lontano dalla politica, chi è rassegnato, far vedere che esiste un’altra Italia, che è solidale, che non si arrende e che ha da proporre al paese soluzioni concrete per vivere meglio!
Nelle prossime righe proveremo a riassumere alcune delle cose decise, degli appuntamenti lanciati, della visione che ci ispira.
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Sulla situazione in Italia e in Europa
Abbiamo piena consapevolezza della gravità della situazione. Dopo dieci anni di crisi capitalistica, la barbarie sembra trionfare ovunque.
Di fronte al mostro, molti cercano di rifugiarsi in consolanti “fronti repubblicani”, altri invece nauseati dalle politiche liberiste, si lasciano confondere dai nuovi sovranismi dietro a cui non c’è altro che un pezzo di padronato, di vecchio nazionalismo, di reazione.
Noi invece pensiamo che si debba affrontare il mostro senza paura. Per questo molti interventi hanno rimarcato come Potere al Popolo debba sottrarsi alla gabbia della contrapposizione ingannevole tra liberismo-europeista e liberismo-sovranista al quale i media vorrebbero ridurre tutto lo spazio politico.
Esiste invece un terzo campo, quello delle lotte, della solidarietà di resistenze locali e a volte persino individuali, che non si racconta, che a fatica trova voce politica. Noi siamo alternativi sia alle ricette del PD, sia a questo governo che ha intercettato voti facendo promesse che non sta mantenendo. Per questo intendiamo esercitare un ruolo politicamente indipendente che rimetta al centro le priorità sociali, l’uguaglianza, il diritto alla resistenza, l’attuazione dei principi costituzionali disattesi contro queste due fazioni di un partito unico: quello della guerra contro i poveri.
Questo ruolo indipendente di Potere al Popolo nello spazio politico oggi esistente deve fare tesoro delle esperienze maturate in questi mesi nei territori e nei conflitti sociali e sindacali dove è stato attivo e ha sperimentato modalità e strumenti di resistenza e organizzazione politica e popolare.
Noi vogliamo rompere e superare ogni attitudine alla mera testimonianza e propaganda e puntare a svolgere un ruolo attivo, progettuale, di organizzazione e di connessione del conflitto sindacale, sociale, ambientale.
Lo scenario europeo, sul quale si disputeranno le elezioni di maggio 2019, ripropone in ogni occasione la dimensione antipopolare e antidemocratica delle istituzioni europee (apparati e trattati) poste a difesa degli interessi delle banche, delle multinazionali e della supremazia dei mercati finanziari.
Su questo, nessuna delle due opzioni politiche dominanti prevede un cambiamento nelle priorità sociali né mette in discussione il dominio delle banche, delle multinazionali, degli interessi privati rispetto agli interessi popolari e collettivi. Il razzismo di stato, attraverso leggi e regolamenti sempre più restrittivi e discriminatori, viene modulato solo con diversi gradi di brutalità dai due schieramenti.
I respingimenti di Macron non sono diversi da quelli di Orban e lo spirito del decreto Minniti è stato solo declinato in modo più fascistoide dal Decreto Salvini, non solo contro i migranti ma anche contro gli attivisti sociali impegnati nelle lotte sociali e sindacali. Anche a livello europeo va dunque rifiutata e spezzata questa tenaglia, mettendo in campo proposte e ipotesi politiche di rottura e alternative al quadro esistente.
Per riuscirci, bisogna impegnarsi in ogni modo a far ripartire il conflitto sociale. Senza conflitto, non c’è rappresentanza, non c’è scorciatoia elettorale. Questa è la prima cosa che pensiamo intorno alle elezioni europee, che per noi sono un momento da attraversare per far sentire i nostri contenuti e palesare un’altra visione.
Perché le elezioni sono un mezzo, non un fine: quello che conta è il cambiamento delle coscienze, l’organizzazione popolare, la presenza capillare in ogni luogo dove si consumano ingiustizie. Lo ribadiamo in un momento in cui, come a ogni tornata elettorale negli ultimi 12 anni, il dibattito a sinistra ricomincia a paralizzarsi intorno a nuovi cartelli elettorali, a leader, a tatticismi…
Noi intendiamo invece innanzitutto mobilitarci durante questo autunno, e poi fare dibattito approfondito sulla natura dell’Unione Europea, sui contenuti e sui programmi, confrontarli anche con le altre forze politiche a livello europeo, a partire da quelle che hanno lanciato l’Appello di Lisbona a cui abbiamo aderito a giugno scorso, soprattutto far pronunciare tutte e tutti gli aderenti sulla piattaforma online nel merito del nostro orientamento sulle elezioni di maggio 2019, fare le nostre scelte in piena autonomia, guardando non all’interesse immediato ma al futuro.
Sappiamo che abbiamo tantissimo lavoro da fare. Pensiamo che Potere al Popolo! non debba limitarsi a una funzione puramente emendativa o semplicemente oppositiva. Non possiamo più limitarci a “dire no” a quello che mettono in campo i nemici e gli avversari ma dobbiamo cominciare a dettagliare le nostre proposte: sul reddito sociale come su previdenza e welfare, su orari, salari e rappresentanza democratica nel lavoro come sull’immigrazione e su modalità di accoglienza pulite, su come vanno tutelati ambiente e territori come sulla collocazione dell’Italia in Europa e nel contesto internazionale.
Siamo già scesi in piazza nella manifestazione del 20 ottobre che ha visto finalmente in campo non solo un no al governo e all’austerity ma anche una proposta, quelle delle nazionalizzazione dei servizi e delle aziende strategiche, capace di interloquire con il nostro blocco sociale (sia gli utenti che i lavoratori), di presentare soluzioni alternative ai danni creati da venticinque anni di svendita e saccheggio dei servizi pubblici e dei beni comuni.
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Sul processo costituente di Potere al Popolo!
Per fare tutto questo e farlo bene dobbiamo chiudere il processo costituente. Per questo all’assemblea si è discusso anche di date e di modalità elettive del Coordinamento. Dai territori è venuta la proposta di una piccola flessibilità sui giorni, per arrivare alla votazione con più partecipazione. È stata subito accolta. Queste dunque le nuove scadenze da rispettare assolutamente.
– Entro giovedì 1° novembre si devono tenere le assemblee territoriali su base provinciale in cui si presenteranno le candidature al Coordinamento Nazionale per la quota territoriale (60 posti su 80), da comunicare alla mail elettorale@poterealpopolo.org. Al nome si chiede di aggiungere un BREVE curriculum sociale del candidato, con età, luogo di attività, interessi o lotte fatte, eventuale organizzazioni di appartenenza e qualsiasi informazione possa essere utile ai votanti.
Nell’assemblea territoriale non ci sarà votazione, qualunque aderente di PaP potrà candidarsi. Ovviamente si invita a tenere un numero di candidature proporzionato alla grandezza dell’assemblea e a convergere in assemblea su chi potrebbe rappresentare al meglio non solo quel singolo territorio ma anche la regione, visto che i Coordinatori verranno scelti su base regionale.
– Entro il 1° novembre vanno anche inviati alla mail elettorale@poterealpopolo.org i nomi degli aderenti PaP che desiderano essere eletti nel Coordinamento Nazionale per la parte della lista nazionale (20 posti su 80). Ogni candidato dovrà raccogliere almeno 50 sostegni di aderenti di PaP, con nome e cognome. Chi si candida per la lista nazionale non può candidarsi anche sul locale. Ricordiamo che ogni sostenitore può appoggiare al massimo la candidatura di un uomo e una donna.
Al nome del candidato si chiede di aggiungere un BREVE curriculum sociale del candidato, con età, luogo di attività, interessi o lotte fatte, eventuale organizzazioni di appartenenza e qualsiasi informazione possa essere utile ai votanti.
La Commissione Elettorale controllerà i nomi e verificherà eventuali irregolarità, quindi comporrà sulla piattaforma sia la lista regione per regione che quella nazionale.
– Entro domenica 11 novembre vanno tenute le assemblee su base regionale, che servono a far conoscere i candidati locali a tutto il territorio. I candidati si devono impegnare formalmente a costruire PaP, a rispettarne statuto e programma e a essere Coordinatori di tutto il territorio regionale e non solo della propria assemblea territoriale. Le assemblee vanno svolte in presenza (tranne nel caso della circoscrizione Europa) e trasmesse in streaming per far partecipare anche chi non può essere fisicamente presente.
– Le date del voto saranno 10-11-12-13 novembre. I primi due giorni possono coincidere con la convocazione delle assemblee regionali, di modo che chi viene all’assemblea in presenza possa essere facilitato, grazie ai computer, anche nell’espressione del voto.
Ricordiamo che ogni regione avrà assegnato un numero di Coordinatori proporzionato al numero di aderenti. Quindi ogni aderente a PaP potrà esprimere le sue preferenze e poi i più “preferiti” saranno eletti, alternando gli eletti per genere, sia sulla lista locale che nazionale.
Le operazioni di voto si chiuderanno martedì 13 novembre alle 22. Non è previsto quorum. Invitiamo in quei quattro giorni tutte le Case del Popolo e gli spazi sociali a restare aperti per aiutare le persone ad esprimere la loro preferenza.
I “più approvati”, sia sul livello locale che sul livello nazionale, saranno gli 80 membri del nuovo Coordinamento, che saranno comunicati mercoledì 14 novembre e diventeranno operativi sin dalla prima riunione che terremo sabato 25 novembre ore 11.
Rispetto all’elezione dei portavoce, si terrà appena costituito il nuovo Coordinamento. Questo per garantire a qualunque aderente una reale partecipazione. Come ricorderete, per presentarsi all’elezione del portavoce bisogna infatti raccogliere dieci firme di membri del Coordinamento Nazionale, o raccogliere le firme del 10% degli aderenti attivi (dunque 736 firme). In questo momento reputiamo che un Coordinamento Nazionale mai votato e dimissionario, composto peraltro di 40 membri invece di 80, non possa presentare candidature. E crediamo che qualsiasi aderente che vuole aspirare al ruolo di portavoce o debba avere tempo adeguato per conoscere i membri del nuovo Coordinamento e farsi sostenere, o per raccogliere 736 firme.
Sappiamo che i tempi per svolgere tutti questi passaggi non sono lunghi, ma è necessario chiudere quanto prima questa fase per poter dedicare tutte le energie verso l’esterno, alla mobilitazione e all’attività sociale, e avere quanto prima un Coordinamento democraticamente legittimato per affrontare al meglio il momento clou dello scontro con il Governo, per tenere i territori quotidianamente informati, per dare modo al lavoro fatto dai tavoli di essere integrato nel Coordinamento e sistematizzato nel programma…
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Sulle prossime iniziative
L’autunno ha già visto chiamare molte date di piazza. Noi proveremo ad esserci in tutti questi appuntamenti: saremo a fianco dei lavoratori che alzano la testa, a fianco degli studenti, delle reti sociali e dei movimenti migranti in lotta contro il Decreto Sicurezza di Salvini, a fianco delle donne mobilitate contro il DDL Pillon, saremo protagonisti di una campagna di disobbedienza civile e al fianco di persone come Mimmo Lucano e del suo modello di integrazione ritenuto illegale dalle autorità.
Dai nostri tavoli di lavoro si sono poi aggiunti altri momenti: dall’assemblea di Reggio Calabria il 27 ottobre con diverse reti sociali e sindacali per difendere Riace e costruire mobilitazioni antirazziste, alla contestazione alla Conferenza internazionale sulla Libia a Palermo il 12/13 novembre, per far sentire forte una voce pacifista e internazionalista, fino alle due giornate nazionali sulla Scuola decise già a Grosseto, che si terranno a Torino sempre il 10/11 novembre.
Riteniamo che però sia essenziale far sentire una voce politica sul tema del lavoro e della redistribuzione della ricchezza. Per questo abbiamo lanciato una data di mobilitazione territoriale per sabato 17 novembre.
Chiediamo quindi a ogni assemblea territoriale di organizzare un’azione incisiva, come facemmo per le chiusure dei centri commerciali nei giorni festivi: corteo, presidio, volantinaggio, flash mob, qualsiasi cosa venga in mente, sia creativa, coinvolga le classi popolari… A breve seguiranno maggiori informazioni.
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Ieri ci siamo detti che Potere al Popolo! è nato una seconda volta, perché non è più solo un movimento o una lista elettorale, ma è un movimento organizzato, che si è dato delle regole e a breve degli organi di coordinamento, dei portavoce, una struttura per essere efficace almeno quanto lo sono i nostri nemici.
Abbiamo fatto insieme quello che ci eravamo ripromessi undici mesi fa in quello stesso teatro. Abbiamo creato in poco tempo qualcosa di nuovo, di imprevisto, in grado di radicarsi sui territori e irrompere sulle televisioni, di discutere e di agire. Ci siamo riusciti grazie al lavoro militante di tutte e tutti, ma anche perché Potere al Popolo! risponde a un bisogno storico di riscatto popolare. Per cui, se lavoriamo bene, non potremo che crescere.
È tempo di andare a riprenderci il nostro popolo, per troppo tempo ingannato, in ogni scuola o posto di lavoro, strada per strada, casa per casa.
In bocca al lupo a tutte e tutti noi!
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