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Perché la regione Lombardia non vuole i test sierologici veloci?

Costano 1/10 dei test sierologici a prelievo e in 12 minuti ci rivelano se siamo contagiati ma la Regione Lombardia non ha voluto usare i test “pungidito” preferendo quelli “a prelievo”.

Altre regioni italiane hanno iniziato a fare questi test a tappeto mentre la regione d’Europa più infettata, la Lombardia, ha scelto di non farlo.

Eppure anche il noto epidemiologo Massimo Galli sostiene che “l’attendibilità, sulle persone con l’infezione, è decisamente sopra il 93-94-95%” e che “tra i 10 e i 12 minuti si ha la risposta e questo è l’altro grande punto di forza” .

E poi il costo di un test pungidito è dieci volte inferiore a quello di un test con la puntura del braccio. Ah, ecco.

Intanto la Procura di Milano vuole vederci chiaro ed ha aperto un fascicolo conoscitivo, quindi senza ipotesi di reato e indagati, sulla scelta di Regione Lombardia di incaricare con affidamento diretto la multinazionale Diasorin per la sperimentazione dei test sierologici, portata avanti in collaborazione col Policlinico San Matteo di Pavia.

Dunque, la Regione Lombardia ha subito puntato ad un nuovo test sierologico dell’Università di Pavia, che però si deve avvalere di un prelievo di sangue vero e proprio e che, pertanto, costa molto di più.

A capo dell’équipe che sta sviluppando questo test è il professor Fausto Baldanti, virologo del San Matteo di Pavia.

Sul punto Il prof. Galli ha ribadito la sua tesi “ se l’obiettivo è sapere in pochi minuti se una persona ha avuto o no contatto con l’infezione, il test rapido è decisamente superiore[…] Se non ci accorgiamo immediatamente di un focolaio che riparte ci ritroveremo in grandissimo imbarazzo”.

Nel contratto che regola il rapporto tra il San Matteo e la Diasorin, l’azienda farmaceutica che è titolare del test a prelievo, c’è scritto che la Diasorin corrisponderà alla fondazione dell’Ospedale San Matteo di Pavia, a partire dalla prima vendita e per i successivi 10 anni, una royalty al tasso dell’1% sul prezzo netto di ciascun kit venduto.

Già.

Poco dopo la validazione di quel test, i titoli della Diasorin hanno guadagnato in borsa molto e Regione Lombardia ne ha comprati 500mila kit, per un valore di 2 milioni di euro. Subito dopo che quell’accordo è stato reso pubblico, Baldanti si è dimesso dal comitato scientifico della Lombardia.

Peraltro, la Regione Lombardia ha comprato quei kit con affidamento diretto, senza gara.

Nel frattempo la Technogenetics, azienda esclusa dall’appalto, ha fatto ricorso al Tar della Lombardia mentre il professor Baldanti non vuole rilasciare nessuna intervista. “È una storia nella quale io non c’entro niente”, dice.

Ma qualcun altro sì…

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1 Commento


  • Pietro Garau

    Nel poverissimo stato del Kerala, in India, (popolazione 35 milioni), fin dal febbraio scorso i risultati dei molti test fatti erano pronti in 48 ore. Risultato:poco piu’ di 400 deceduti di COVID-19 contro le decine di migliai del Regno Unito

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