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Immuni in Veneto. Distrazione criminale o sabotaggio?

Era metà giugno quando i giornali locali titolavano “App Immuni anche in Veneto”, dando la notizia che la app era attiva su tutto il territorio nazionale, come confermava anche il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri.

Da allora sono passati 4 mesi e la app è stata scaricata da oltre 8 milioni di persone a livello nazionale e da oltre 500 mila a livello regionale.

Dalla metà di luglio Immuni ha inviato 7.361 notifiche di esposizione a rischio, contribuendo a contrastare la diffusione del coronavirus.

Ma nessuna in Veneto!!!! E dire che anche qui i contagi sono in vertiginoso aumento…

Alcuni giorni fa è successo che alcuni residenti in Veneto, che avevano scaricato sul proprio telefono la app Immuni, siano risultati positivi al tampone e si siano posti il problema di condividere l’informazione con le persone con cui erano venute a contatto.

Le istruzione della App sono chiarissime: “Gli utenti che sono risultati positivi al virus possono caricare su un server i codici casuali che i loro dispositivi hanno trasmesso nei giorni precedenti in modo da renderli disponibili agli altri utenti [con cui sono venuti a contatto]. Questa procedura avviene con l’assistenza dell’operatore sanitario che comunica l’esito positivo del tampone.”

Ma nel caso specifico quello che è successo invece è che gli operatori sanitari contattati hanno risposto che la procedura non era possibile. Ohibò…

Un cittadino padovano, che avendo avuto un tampone positivo si trovava già in isolamento domiciliare, dopo aver avvisato amici e colleghi ha deciso di chiamare l’ufficio Igiene di Padova per condividere i dati dell’app Immuni, che aveva tracciato via bluetooth tutti i suoi contatti nelle ultime settimane.

Ma l’ufficio Igiene di Padova ha dovuto risponde che non era possibile perché la app Immuni non è attiva al momento in Veneto.

In pratica per quattro mesi in Veneto non è stato caricato sul server di Immuni nessun codice dei positivi ai tamponi.

Naturalmente adesso si promette che il servizio entrerà in funzione regolarmente la prossima settimana!

Distrazione criminale o sabotaggio?

Da ricordare che Zaia fin da giugno scorso non ha fatto mistero di non gradire Immuni e di preferirle invece una app veneta doc, che però non sembra essere stata poi mai prodotta.

Quindi si possono avanzare due sole ipotesi: a) la Regione Veneto non si è “ricordata” di fare la sua parte perché la app potesse funzionare anche sul proprio territorio, aiutando i concittadini a ridurre il rischio contagio (incompetenza, dunque); b) ha di proposito boicottato la “app nazionale” per favorire una ipotetica soluzione “locale” per la quale non c’erano le risorse adeguate.

Insomma: distrazione criminale o sabotaggio.

E questo sarebbe il più “credibile” dei sedicenti governatori regionali…

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