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Scandalosa estradizione per Emilio

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso e pertanto ha accolto la richiesta di estradizione, da parte della Francia per il mio amico e compagno Emilio Scalzo, NoTav, una delle persone più buone e giuste che abbia conosciuto.

È l’ ennesimo atto repressivo nei confronti di una persona che con la sua solita generosità ha difeso i diritti dei migranti, che ogni giorno tentano il passo del Monginevro per scappare da conflitti e miseria.

La frontiera tra Italia e Francia sta diventando un lager ed un cimitero di poveri, ed il trattato appena firmato tra i due paesi rafforza la ferocia comune contro i migranti, mentre l’inverno gelato che avanza sta già facendo diverse vittime lungo le vie tra i monti.

A questa ferocia si è opposto Emilio e per questo è stato minacciato e aggredito da un poliziotto francese. Ma per le autorità dei due paesi egli, aggredito, è diventato l’aggressore ed ora deve andare in carcere in Francia.

È la giustizia rovesciata che da decenni si accanisce contro il movimento NOTAV, contro Nicoletta, Dana e centinaia di compagne e compagni; contro chi rivendica i diritti per gli sfruttati e i poveri.

È l’ingiustizia del potere che legalizza la disumanità, che chiama armi improprie le persone fuggite dalle guerre, che vengono respinte ed irrorate di acqua gelida e gas alla la frontiera polacca.

Ecco Emilio è un aggressore così come sono armi i i poveri migranti. Viviamo in un mondo rovesciato dalla ferocia del potere , contro cui Emilio, buono e giusto, si ribella e lotta insieme a noi.

Caro Emilio sono onorato di essere tuo amico e per la legge voglio essere tuo complice.

No all’estradizione!

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Il comunicato di Potere al Popolo

Venerdì 26 novembre la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Emilio Scalzo che verrà quindi allontanato dai suoi familiari e dalla comunità no Tav tutta che da due mesi è raccolta in presidio permanente davanti alla sua abitazione e che lì resterà unità e solidale fino a che non lo andranno a prendere.

Emilio è stato punito per la sua umanità, perché, come tante e tanti in Val di Susa, non è rimasto indifferente al dramma di scappa da Paesi martoriati da guerre, fame e disperazione per provare, attraversando le Alpi, a raggiungere la Francia.

Non è rimasto indifferente ai corpi senza vita che a primavera emergono quando la neve inizia a sciogliersi.

Mentre tutta l’Europa si indigna per le immagini di migranti bloccati in condizioni disumane ai confini tra Polonia, Bielorussia e Bosnia, si decide di colpire chi non è rimasto sordo alle grida di aiuto.

Il reato che gli è contestato è quello di aggressione a un gendarme, tuttavia, Emilio non ha ancora avuto modo di difendersi dall’accusa, in quanto la consegna è stata disposta in via cautelare.

Trattandosi di un reato di non particolare gravità e, per quanto è dato sapere, in assenza di reali esigenze cautelari, ci chiediamo se la richiesta avanzata dalla Francia e la decisione dell’Italia di accoglierla non abbia un carattere punitivo e monitorio nei confronti di tutte e tutti coloro che continueranno ad offrire il proprio aiuto a chi è in difficoltà.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ad Emilio, ai suoi cari e a tutta la comunità No Tav

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