A quanto pare, non solo le eventuali sanzioni ma anche la manipolazione massmediatica della realtà e dei rischi di guerra sembra funzionare più tra le potenziali “vittime” (l’Europa) che tra i “fomentatori” (Stati Uniti).
Dovrebbe essere un campanello d’allarme per lo stato dell’informazione democratica in Europa ma, a quanto pare, classi dirigenti e redazioni del vecchio continente non sembrano cogliere la profondità e le conseguenze di questa distorsione. Neanche quando gli si presenta l’opportunità. Cominciare a smontare la narrazione USA/Gran Bretagna sui rischi di guerra sarebbe di primario interesse per gli europei, sul piano politico, economico… e mediatico.
Secondo un sondaggio dell’osservatorio YouGov, il 55% degli statunitensi è infatti contrario all’invio di truppe americane per combattere la Russia in caso di aggressione all’Ucraina. Solo il 13% del campione ritiene invece che un simile intervento sarebbe una “buona idea”. Il 62% degli intervistati che ritengono un coinvolgimento militare Usa una “cattiva idea” si identifica come elettore del Partito Repubblicano. Secondo il sondaggio, il 42% degli intervistati è favorevole all’invio di aiuti finanziari all’Ucraina, il 24% si è detto contrario e il restante 34% indeciso.
Un analogo sondaggio da parte di Yougov, condotto un mese fa, vedeva gli europei ancora più contrari degli statunitensi nel ricorso allo strumento militare nell’affrontare la crisi con la Russia sull’Ucraina.
Ma adesso, da una nuova indagine, emerge una percezione ancora diversa e più articolata tra gli europei dentro questa crisi.
Un sondaggio dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr) è stato realizzato in sette Paesi (Francia, Germania, Finlandia, Polonia, Italia, Svezia e Romania) tra il 21 e il 30 gennaio.
“La crisi tra Russia e Ucraina potrebbe rivelarsi uno spartiacque per quanto riguarda la sicurezza europea”, sostiene il direttore e co-fondatore dell’Ecfr, Mark Leonard. “I Paesi dell’Ue erano sempre stati descritti come divisi, deboli e assenti sull’Ucraina: ecco, il nostro sondaggio mostra che i cittadini europei – dal nord al sud, dall’est all’ovest – sono uniti a questo proposito”. In pratica, lo studio parla di un “sorprendente consenso sulla crisi” tra gli elettori del Vecchio Continente.
In Francia e Svezia le persone con più di 60 anni sono più inclini a considerare l’invasione russa probabile, mentre in Romania, Italia, Germania e Finlandia, è la generazione più giovane – ovvero le persone nate dopo la fine della guerra fredda – quella più propensa a vedere l’invasione come uno scenario realistico.
Il sondaggio ha inoltre rilevato che, quando si tratta di difendere l’Ucraina, gli europei ripongono la propria fiducia sia nella NATO sia nell’UE, e non si fidano che gli Stati Uniti siano altrettanto, o addirittura più, portati alla difesa degli interessi dei cittadini europei nel caso in cui la Russia invada l’Ucraina. In tutti i Paesi, ad eccezione di Polonia e Romania, più persone si fidano della Germania piuttosto che degli Stati Uniti per difendere gli interessi dei cittadini dell’UE in un tale scenario.
Si rileva una mutata percezione del ruolo degli Stati Uniti: c’è minore fiducia nei confronti di Washington quando il tema è la difesa degli interessi degli europei, superata dall’Ue per il 60% degli interpellati e dalla Nato per il 62%. Subito dopo gli Usa (al 54%) arriva la Germania, con il 49% delle indicazioni e la Francia al 47%. Quando si pone invece la domanda se il proprio Paese debba andare in difesa dell’Ucraina, i polacchi rispondono affermativamente al 65%, gli svedesi ed i francesi al 43%, gli italiani al 41%, i romeni al 40%, i tedeschi al 37% e i finlandesi al 21%.
Dunque nelle opinioni pubbliche dei due “pilastri” del blocco euroatlantico si reagisce differentemente alla percezione del rischio di guerra in Europa. La società statunitense vorrebbe beneficiarne ma senza farsi coinvolgere militarmente, quelle europee – o almeno quelle dei paesi indagati nel secondo sondaggio- vorrebbero beneficiarne affidando alla Nato o addirittura alla Ue più che agli Usa, la gestione della crisi, anche sul piano militare. Non pare, ma entrambe sono cadute nella trappola della manipolazione massmediatica della realtà.
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