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Italia. La guerra batte cassa: “vanno acquistati altri quaranta F35”

La guerra in Ucraina sta ridefinendo completamente le priorità e i capitoli della spesa pubblica, con le spese militari che adesso trovano ben aperte le strade chiuse fino a poco tempo fa.

E’ il caso dei famosi aerei da combattimento statunitensi F35. Dieci anni fa, in nome dell’austerità, l’Italia aveva deciso di acquistarne solo 90 rispetto ai 131 del piano originario. Ma adesso i militari stanno tornando alla carica per tornare a quel numero in nome “delle sfide alla stabilità internazionale”.

E’ bene ricordare che il costo di un F 35 è notevole e mutevole a secondo del modello. Un F35 Lightning II costa 77,9 milioni di dollari per la versione F35-A.  Ne costa 101,3 milioni per la versione F35-B e 94,4 milioni di dollari per la versione F35-C. Fate voi…

A mettere i piedi nel piatto è stato il Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare, il generale Luca Goretti, in una audizione alla commissione Difesa della Camera. “E’ fondamentale possedere una forza aerea capace, ben addestrata e opportunamente dimensionata” ed evidenziando come occorrano “più personale, mezzi e munizioni per consentire all’Aeronautica Militare di stare al passo con le sfide rappresentate dalla situazione di stabilità internazionale”.

Chiediamo di ripristinare il numero di caccia F-35 originario: erano 131 prima del taglio a 90, quando qualcuno parlava di sperpero dei soldi dei contribuenti. Se vogliamo essere rilevanti in un contesto come quello attuale dobbiamo avere numeri adeguati”, ha detto nell’audizione il generale Goretti.

La commessa relativa agli F-35 per Aeronautica e Marina era stata infatti ridotta da 131 a 90 velivoli (60 A e 30 B) nel 2012 dal Governo Monti.

Non si tratta – ha sottolineato il generale – di una miope escalation verso il riarmo ma bisogna fare ciò che è necessario per difendere l’Italia, nella speranza di non dover essere mai chiamati a farlo”. 

Goretti ha così auspicato un “sostanzioso incremento” del personale rispetto ai numeri fissati dalla legge di riforma dello strumento militare del 2012 e più aree di addestramento, ma ha anche valutato positivamente la legge 119 del 2022, “che ha invertito la tendenza rispetto alle austere scelte del passato, ma è un primo passo. Bisogna ripristinare il numero di velivoli che era stato pensato prima del 2012 ed assicurare adeguate scorte di munizionamento di precisione”.

Non sarà una “miope escalation”, ma sembra comunque una sostanziosa espansione…

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1 Commento


  • Pasquale

    Corsa al riarmo. Hai voglia a sgolarti Francesco con questi qua.

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