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In Parlamento esplode la questione delle armi italiane a Israele

Abbiate la forza di sospendere, pur temporaneamente, la fornitura di armi a Israele. Il mio esecutivo lo ha fatto con altri paesi. Cosa serve per questa misura? Una sola cosa, quella che vi manca: il coraggio”.

Il leader del M5S Giuseppe Conte durante il question time del ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Camera è andato all’attacco del governo sulla sua posizione di fiancheggiamento a Israele. In particolare Conte ha criticato l’astensione in sede Onu dell’Italia sulla risoluzione che chiedeva il cessate il fuoco a Gaza: “Non vorremmo che sopra le bombe di Gaza ci sia il nome dell’Italia e la sua vigliaccheria”.

Un irritato Tajani ha replicato a Conte in aula affermando che “la codardia è da altre parti”.

Fonti del ministero della Difesa, hanno fatto sapere che dal 7 ottobre non è passata dall’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama) nessuna autorizzazione ad operazioni verso Israele, l‘unico supporto che il governo italiano ha dato all’esercito di Israele è l’invio di aerei da addestramento. Nel 2023 l’Italia ha autorizzato operazioni per un totale di 10 milioni, che riguardano sistemi di comunicazione radio.

La realtà, ovviamente, è assai più articolata di quanto burocraticamente esposto dal Ministero della Difesa. Nel 2012 l’Italia concluse l’accordo per la vendita di 30 aerei d’addestramento Alenia Aermacchi M 346 a Israele per il valore di 600 milioni, spendendone invece 750 per due aerei israeliani Gulf Stream G550 e 182 milioni per un satellite spia. Ma gli aerei Aermacchi sono estremamente versatili e sembra che siano stati utilizzati anche in queste settimane, sia a Gaza sia nell’intercettamento dei razzi palestinesi.

Negli ultimi dieci anni le aziende italiane hanno venduto a Israele armamenti per un valore pari a quasi 120 milioni di euro. La cifra emerge dall’analisi che il sito Pagella Politica ha fatto consultando le relazioni sulle esportazioni e le importazioni di armi, presentate periodicamente in Parlamento. Secondo questa fonte il picco sarebbe stato raggiunto nel 2019 con 28,7 milioni di euro di armi inviate a Israele.

Ma esaminando altri dati, gli importi dovrebbero essere altri e ben più consistenti. Nel 2019 infatti fu definita la vendita a Israele di sette elicotteri  Augusta-Westland 119KX (gruppo Leonardo).

Nel 2020 l’Italia ha venduto a Israele altri cinque elicotteri dello stesso tipo, mentre l’Italia ha acquistato tramite un accordo con la israeliana Elbit Sistems di lanciatori e dei missili anticarro. Solo il valore di questi accordi raggiunse i 350 milioni di euro.

Le forniture di armamenti italiani a Israele e di quelle israeliane all’Italia, sono regolate dal Memorandum d’Intesa sulla cooperazione militare siglato tra i due paesi nel 2003 e approvato dal Parlamento italiano nel 2005. La richiesta di revoca di quell’accordo è uno dei temi posti all’ordine del giorno dell’assemblea nazionale di domenica prossima a Roma (ore 10.00 al centro sociale Intifada).

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1 Commento


  • romario

    Il solito gioco delle parti governo-opposizione su un tema (il sostegno a Israele) sul quale il Parlamento italiano purtroppo è coeso da decenni. Francamente confido sempre meno nel “radicalismo” dei 5S quando sono all’opposizione, visti i compromessi di cui sono stati capaci in passato una volta approdati al governo. Non è un caso neppure che Di Battista infatti venga opportunamente tenuto ai margini del Movimento. Troppo scomode (per quanto a me non faccia impazzire più di tanto come politico) le sue posizioni specie per quanto concerne la politica internazionale, anche per l’avvocato del popolo…

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