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Alla fine l’Italia ha detto no al MES. Meglio così

La Camera dei deputati ha respinto il trattato sul Mes. I voti a favore della ratifica del trattato sono stati 72, 184 i contrari, 44 gli astenuti, bocciando il primo articolo del testo. Hanno votato a favore della ratifica i deputati del Pd, Iv e Azione. Hanno votato contro Fdi, Lega e M5S. Si sono astenuti i deputati di FI, Avs e Noi Moderati. Sia il centrodestra che il “campo progressista” si sono dunque spaccati sul Mes.

Al momento l’Italia, è l’unico paese dell’Eurozona (non dell’Europa, ndr), ad aver fatto saltare il banco di un altro trattato vincolante ratificato da tutti gli altri Stati membri.

Ma l’impuntatura del governo della destra non riesce a nascondere il fatto che l’accelerazione imposta dall’asse franco-tedesco sulla riforma del Patto di Stabilità stia stata siglata – obtorto collo – anche dall’Italia, che ben poco ha pesato al tavolo negoziale sulle nuove regole della governance economica dell’Unione Europea.

Per quanto facciano finta di sbraitare, sia Fratelli d’Italia che la Lega hanno allineato il loro governo ai diktat dell’austerità imposti dai vincoli europei e a quelli guerrafondai imposti dalla Nato.

Il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) era stato presentato come un semplice fondo tramite il quale concedere prestiti ai vari Stati membri dell’Unione. In realtà si configura come un vero e proprio meccanismo di strangolamento europeo: a fronte di ogni eventuale intervento doveva seguire un inasprimento delle politiche di massacro sociale e austerità che i popoli di tutto il Sud Europa hanno imparato a conoscere negli anni passati, imposte e teleguidate da Bruxelles.
L’approvazione del Mes sarebbe stato un ulteriore vincolo e l’ennesimo attacco alle classi popolari, che troppo hanno già pagato a Bruxelles e alle tecnocrazie europeiste.

Come i nostri lettori sapranno, ci siamo sempre opposti alla ratifica del Mes, così come riteniamo che l’Italia dovrebbe sganciarsi dall’obbedienza del vincolo esterno rappresentato dai trattati europei e dalla Nato. Quando molti facevano finta di niente ci siamo mobilitati contro il Mes.

Semmai l’unico rammarico è che la lotta contro il MES sia stata lasciata alle destre, che in compenso nulla hanno fatto per contrastare l’austerità ma hanno tacitamente avvallato ogni imposizione contro i lavoratori e i popoli dell’Europa, in particolare di quella euromediterranea.

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2 Commenti


  • samovar

    Notevole prova di coraggio anche l’astensione del “compagno” Fratoianni!


  • Eros Barone

    La questione del Patto di stabilità taglia trasversalmente tutti gli schieramenti politici. Sennonché il “colpaccio” della Meloni e di Salvini dimostra che è inevitabile ciò che fin dall’inizio si poteva prevedere, e cioè che, se nella dialettica politica non fossero entrate rapidamente forze in grado di proporre una fuoriuscita di sinistra dalla crisi, a sciogliere (non solo il nodo del MES ma anche) i nodi dell’euro sarebbero giunte, come sta ora accadendo, le forze della estrema destra. Nel 1922, ebbe ad osservare Bordiga, chiunque avesse demolito la lurida baracca del liberalismo borghese avrebbe fatto opera meritoria. Oggi possiamo dire altrettanto di chi sta facendo la stessa cosa con l’eurozona. In realtà, non la debolezza ma l’inesistenza di una sinistra di classe spiega non solo perché non è stata costruita alcuna alternativa perlomeno progressista alla crisi dell’eurozona, ma anche perché, mi sia concessa questa similitudine, le oche del Campidoglio starnazzino così disperatamente mentre gli stormi dei gabbiani predatori si precipitano in quella direzione. Come sempre, i vuoti politici sono destinati ad esser colmati, in un modo o nell’altro.

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