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Quello che ci aspetta da oggi, primo giorno del 2024

Diciamoci la verità. I “botti” sono una superstizione medievale. Il rumore assordante sarebbe dovuto servire a terrorizzare gli spiriti maligni, in modo che non ci seguissero nel nuovo anno.

Oggi sappiamo che gli spiriti maligni non esistono, semmai sono quelli che governano l’economia, la politica, il lavoro, la società.

Allora, non ci prendete in giro.

I comuni che vietano i “botti” devono vietarli anche per le feste istituzionali e religiose: niente botti e niente fuochi d’artificio, mai.

La qual cosa farebbe non solo bene agli animali domestici, ma anche a quelli sociali, cioè a noi, che ci riteniamo esseri umani, quelli capaci di governare il mondo.

È vero che gli animali sono a tutti gli effetti i nostri parenti stretti, lo sa bene chi vive con un cane, un gatto, ma anche con un cavallo, per non dire di galline, papere, uccelli, furetti.

Ma mettere al bando il suono delle bombe, quella da festa e quelle da guerra, farebbe bene al senso della vita, cioè della natura, che poi è quello che chiamiamo pace.

E allora, smetterla di sparare botti personali e fuochi d’artificio ufficiali è l’unico vero modo per ricordarci che non esistono botti cattivi e botti buoni, né in pace né in guerra. Né in Ucraina né in Palestina.

Questo è il compito che ci assegna il 2024. Auguri col botto.

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1 Commento


  • Andrea Vannini

    In Ucraina e in Palestina, purtroppo, “i botti buoni” sembrano proprio essere la sola alternativa possibile se si vuole la liberazione dei popoli oppressi dall’ imperialismo e dal fascismo sionista e banderista.

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